, provenienti da diversi paesi, vengono identificati e successivamente smistati in diversi centri di accoglienza. Inizialmente la nave doveva sbarcare al porto di Salerno dove dal 19 luglio ad oggi ci sono stati già altri due sbarchi. Da Palazzo Santa Lucia e dall’Agenzia Regionale sanità, Arpa, è stato subito assegnato il codice rosso all’operazione. Il coordinamento, tenuto strettamente segreto, è stato affidato al vice direttore dell’Agenzia Alfredo Savarese.
Le misure di prevenzione coinvolgono infatti l’Azienda ospedaliera Cotugno, il presidio nazionale preposto alla diagnosi e alla cura delle malattie infettive. Qui, il direttore sanitario Nicola Silvestri, insieme al primario del Dipartimento emergenza infettivologica Francesco Faella, sta predisponendo tutte le misure indispensabili a sopperire a qualsiasi evenienza. I migranti infatti potrebbero essere portatori di patologie infettive comuni come la gastroenterite o la scabbia, patologie che vanno comunque monitorate.
Naturalmente, assicurano i medici, nessun pericolo per malattie gravi come l’ebola. “Se ci fosse stato un rischio del genere – spiega uno specialista – i colleghi della Marina militare non avrebbero consentito la trasferta. È quindi da fugare questa possibilità, anche se potenzialmente ci potremmo trovare davanti a una marea di soggetti contagiati dalla scabbia. In un caso del genere, le istituzioni sarebbero costrette persino a precettare i medici in ferie”.
La scabbia è trasmissibile proprio per le condizioni di promiscuità in cui vivono in genere i migranti. Alcuni extracomunitari dunque potrebbero essere smistati e separati da quelli da tenere in osservazione che finiranno in una check list per essere sottoposti a verifica sanitaria. Se risulteranno positivi, verranno trasferiti al Cotugno.
Sulla carta, la ripartizione nei centri campani prevede 77 presenze a Napoli, 70 a Caserta, 45 a Salerno, 10 a Benevento e 10 ad Avellino.