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Al Teatro Barbuti di Salerno “La Smorfia”, omaggio a Massimo Troisi con il Teatro Popolare Salernitano

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Govedì 28 agosto, alle ore 21.15 in largo S. Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, la XXIX edizione del teatro “Barbuti Festival”, ospita la Compagnia Teatro Popolare Salernitano in “La smorfia: omaggio a Massimo Troisi”, con Roberto Nisivoccia, Giovanni Caputo, Riziero Pecoraro e alla chitarra il maestro Rocco Vertuccio. Musiche e luci di Anna Nisivoccia. Ingresso: 10 euro- Info 089/231330 – 339/6858043Uno spettacolo omaggio al campione della comicità meridionale, per ricordare Troisi nel ventennale della sua scomparsa. Lo spaccato che offre della sua Napoli, ma un po’ dell’Italia intera, è un capolavoro di allegria, di creatività, ma anche denuncia sociale e presa in giro di luoghi comuni.

Facendo uso di un linguaggio semplice, amato anche dai bambini per la completa assenza di volgarità e “parolacce”, ormai imperanti nella stragrande maggioranza di comici italiani, propone una carrellata di personaggi, frutto di una sfrenata fantasia, immersi in situazioni più o meno realistiche, che sanno divertire, intenerire, giocare tra finzione, favola, sogno…Partendo da “L’inizio”, sketch del presentatore in microfono, si pasa subito a “La sceneggiata” dove Gennarino Parsifal è alle prese con il giovane aspirante capo guappo Ciro il napoletano. Si inserisce a questo punto la famosa canzone ‘O ssaje comme fa ‘o core (musica di Pino Daniele) cantata e suonata dal vivo. Si riparte con “La fine del mondo” dove un ingegnoso comune mortale deve salire sull’Arca spacciandosi per animali di ogni specie pur di eludere la decisa sorveglianza di Noè e di suo figlio Cam. Ne “La favola” tutti i personaggi classici della fantasia (il re, il messaggero, il mago) si danno appuntamento in un bosco cercando di sfatare un incantesimo ai danni del principe azzurro, un tempo bellissimo. Si chiude con il più comico e, secondo noi, geniale, sketch: “La Natività – Annunciazione, Annunciazione). Una povera moglie di pescatore, scambiata dall’Arcangelo Gabriele e dal Cherubino per la Madonna, cerca invano di raccontare la sua storia, interrotta persino da uno dei Re Magi e da Ponzio Pilato. In apertura e in chiusura di spettacolo due versioni della canzone che il trio cantava a mò di Tarantella: “Tarantelle e canzoni, sole e mandolino… a Napoli si muore a tarallucci e vino…

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