Così il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, ha sintetizzato una delle norme di semplificazione edilizia contenuta nel decreto Sblocca-Italia approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri.
Si tratta – ha detto Lupi – della “norma più importante per le famiglie”, che si applicherà ad interventi che non modificano la volumetria dell’immobile. “Il cittadino – spiega meglio un comunicato del Ministero – diventa padrone in casa propria e può fare liberamente lavori (abbattere tramezzi, creare nuove stanze…) che non cambino la volumetria, basta una semplice comunicazione al Comune”.
Ad oggi, secondo il Testo Unico dell’Edilizia (Dpr 380/2001), gli ‘interventi di manutenzione straordinaria’ sono ‘le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso’.
Con le modifiche volute dal Ministro Lupi, a questi lavori si aggiungerebbero ‘gli interventi consistenti nel frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari con esecuzione delle opere anche se comportano la variazione del carico urbanistico purché si mantenga l’originaria destinazione d’ uso’.
Gli interventi di manutenzione straordinaria consistenti nel frazionamento e accorpamento delle unità immobiliari verrebbero esonerati dal contributo di costruzione.
Sono aggiunti all’elenco delle attività edilizia libera, gli interventi di manutenzione straordinaria realizzati mediante opere interne alle costruzioni, che non comportino aumento di unità immobiliari nè modifica di destinazione d’uso implicante aumento del carico urbanistico.
Secondo il decreto, le varianti a permessi di costruire che non configurano una variazione essenziale – a condizione che siano conformi alle prescrizioni urbanistico-edilizie e siano attuate dopo l’acquisizione degli eventuali atti di assenso prescritti dalla normativa sui vincoli paesaggistici, idrogeologici, ambientali, di tutela del patrimonio storico, artistico ed archeologico e dalle altre normative di settore – sono realizzabili mediante denuncia di inizio attività e comunicate a fine lavori con attestazione del professionista.
Ad ogni modo, per avere la certezza di quali siano gli interventi ‘liberalizzati’, attendiamo il testo definitivo del decreto.
Restando in tema di lavori privati, il Governo ha confermato l’impegno a prorogare le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica e l’adeguamento antisismico degli edifici, in scadenza a fine 2014.
La bozza di decreto prevede una detrazione tra il 50 e il 65% delle spese, fino ad un massimo di 60.000 euro per unità immobiliare, sostenute per interventi di riduzione del rischio sismico. L’entità della detrazione dipenderà dalla ‘qualità sismica’ conseguita dopo l’intervento. Ad ogni modo, la proroga vera e propria arriverà con la Legge di Stabilità.
Per la riqualificazione energetica, la bozza prevede una detrazione del 50%, con un tetto di spesa di 40.000 euro. Gli interventi – si legge nel testo – possono essere realizzati anche senza opere edilizie, acquisendo la documentazione attestante il conseguimento di risparmi energetici. Venerdì si era parlato di un rinvio della norma alla Legge di Stabilità, ma la partita è ancora aperta: il nodo, anche in questo caso, è la copertura finanziaria della misura.
Fonte Edilportale.com