di euro nell’ultimo triennio. Ed ora sogna il rilancio con una pista allungata e una torre nuova. Grazie ai soldi pubblici”. Comincia così un lungo articolo a firma di Michele Sasso pubblicato su l’Espresso.repubblica.it.
Salerno, a soli 60 chilometri dal capoluogo Napoli, ha necessità di un aeroporto tutto suo? Sì, secondo i politici e amministratori locali. Anche se quello finora aperto è stato un flop. Chiuso da quasi due anni è nato come una piccola pista di atterraggio per spegnere gli incendi. Negli anni nei desideri della Provincia, Comune e Camera di commercio (gli azionisti della società di gestione) Pontecagnano doveva diventare la porta per la costiera amalfitana e servire l’intera Basilicata (che non ha voli) e perfino la Puglia.
Il risultato però non è all’altezza delle aspettative: dal 2007 ad oggi è stato chiuso per tre volte. E anche la gara per affidarlo ai privati è andata deserta. L’ultimo stop and go nell’estate 2012, quando sul primo volo diretto a Milano Malpensa era presente un solo passeggero.
«Sono stati buttati sette anni al vento, dissipati milioni di euro in una gestione inutile con voli ridicoli da uno-due passeggeri»,sostiene il parlamentare Pd Fulvio Bonavitacola: «Contributi pubblici per incentivi a fondo perduto finiti a compagnie come Alitalia che facevano collegamenti senza senso con Milano, solo per propaganda elettorale».
Inoltre, ad oggi, lo scalo non ha nessuna chance di accogliere gli aerei charter né tantomeno i cargo: la pista è di soli 1500 metri e manca una vera stazione di controllo.
Perplessità e dubbi non condivisi dalla compagna di partito, la senatrice Angelica Saggese: «Si tratta di un’opera importantissima per lo sviluppo del turismo di queste zone dove la viabilità resta uno dei nodi più difficili da affrontare e risolvere. C’è da essere contenti per il lavoro svolto insieme al sottosegretario Del Basso De Caro e al presidente del Consorzio, Antonio Fasolino».
La sfida è avere finalmente un terminal moderno sotto casa. Per questo il governatore campano Stefano Caldoro e quello lucano Marcello Pittella hanno deciso di entrare come azionisti della spa che gestiste lo scalo. Nonostante i buchi di gestione che nei bilanci dell’ultimo triennio ha fatto registrare perdite per quasi nove milioni di euro.
Ora, in attesa dei decreti esecutivi, si aspetta il progetto dei lavori e il piano di sviluppo che fa sognare: tra voli privati, viaggi di linea e cargo dovrebbero atterrare un milione e mezzo di passeggeri l’anno. Più della città di Genova. Ce la faranno?