L’incontro “ravvicinato” ha come protagonisti tre giovani, Gaetano Cello, Carmine Guarino e Salvatore Annunziata che a Castellammare di Stabia hanno pescato, e liberato, uno squalo volpe di oltre 100 chili come racconta . “Eravamo a Castellammare a circa 3 miglia dalla costa”, racconta Gaetano, “verso le 8:30 di mattina stavamo pescando, una passione che ci accomuna, pensavamo di aver catturato un pesce spada, aveva lo stesso comportamento insolito, non quello che capita quando si prende un tonno, ma poi dopo ben 1 ora e 30 minuti quando siamo riusciti a tirarlo su ci siamo accorti che era uno squalo. Siamo rimasti increduli, ma emozionatissimi. Il bello della pesca è che per la maggior parte delle situazioni ci possono essere sorprese. Alla fine abbiamo vinto noi, anche se abbiamo spezzato le nostre attrezzature. E’ stata una stupenda emozione rilasciarlo dopo un duro combattimento”. E’ proprio Gaetano a spiegare che quello che hanno visto è uno squalo Volpe. “Non è impossibile trovarli nel nostro mare perchè vivono nel Mediterraneo”, aggiunge il pescatore provetto, “ma raro prenderli con una canna da pesca. Ci siamo spaventati, ma ovviamente finora è stata l’esperienza più bella della mia vita”.
“Lo squalo volpe – spiega Francesco Emilio Borrelli dei Verdi – è molto diffuso nei mari tropicali, nuota spesso in superficie in aree costiere, ma è presente anche alla profondità di 350 m. Lo si osserva meglio dall’imbarcazione o con un semplice aeratore in mare aperto. Normalmente non attacca l’uomo, ma se ferito e preso all’amo può dare poderosi colpi di coda.Generalmente misura attorno ai 3-4 metri di lunghezza per un peso di 230–250 kg. A dispetto delle dimensioni abbastanza ragguardevoli, gli squali volpe non costituiscono un pericolo per l’uomo in quanto esso non è visto come potenziale fonte di cibo: si tratta di animali che ad ogni modo vanno avvicinati con cautela in quanto capaci di infliggere profonde ferite coi denti e di spezzare le ossa con la potente coda. Tale potenziale pericolosità viene però annullata dal fatto che questi squali si rivelino abbastanza timidi e risultino difficili da osservare per i subacquei”.
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