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Ultrà:famiglia Ciro a tifosi,campionato sia all’insegna pace. “Chi c’era quando nostro figlio è morto, racconti la verità” 

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Alla vigilia della prima partita del Napoli, domani sera allo stadio San Paolo, la famiglia di Ciro Esposito rivolge un appello ai tifosi: “Ci auguriamo che il campionato appena iniziato prosegua all’insegna della pace, dei valori dello sport e del rispetto delle regole”. Non solo, rivolge un appello anche a chi c’era quel pomeriggio, a Roma, nelle ore precedenti alla finale di Coppa Italia, quando Ciro fu ucciso: “Fatevi avanti, testimoniate e raccontate la realtà dei fatti, solo così la memoria di Ciro non sarà violata e chi lo ha ucciso avrà la punizione che si merita. “Ciro non ci sarà, ma nel ringraziare ed abbracciare tutti i tifosi che in questi mesi ci sono stati vicini – scrivono in una lettera Antonella Leardi, Giovanni Esposito e il legale della famiglia Esposito, Angelo Pisani – invitiamo tutti a stigmatizzare ogni tipo di manifestazione violenta e a non cadere nelle provocazioni neanche quelle strumentali e ridicole dei mass media.
Speriamo che quest’anno non ci siano scontri tra opposte tifoserie, che l’amore per i colori delle proprie città e squadre prevarichi sull’odio, il calcio torni ad essere espressione di uno sport pulito e momento di divertimento per le famiglie, un esempio per le nuove generazioni che è compito anche delle istituzioni garantire”. “Confidiamo in voi, negli amici di Ciro – scrive la famiglia Esposito – che con lui condividono la stessa passione. Per lui chiediamo giustizia, riponendo piena fiducia nelle istituzioni e nella legge affinché, una volta e per tutte, affiori la verità e venga fatta piena chiarezza sulla vicenda. Per questo motivo e per contrastare ogni tentativo di fuorviare la giustizia come ogni possibile confusione della verità ci rivolgiamo a chi era con Ciro quel pomeriggio, a chi ha visto, ai suoi amici e compagni di tifoseria”. “Auguriamo a tutti un buon campionato. Ciro – concludono – da lassù continuerà a tifare Napoli, ne siamo certi”.
(ANSA).
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