La Commissione europea ha dunque esortato gli Stati membri a recuperare il ”tempo perduto” nella lotta contro il virus, decidendo anche lo sblocco di nuovi contributi e l’avvio di un progetto francese di centralizzazione per le evacuazioni sanitarie.
L’Ue ”dovrà presentare, in quanto tale, un forte impegno” in occasione del vertice internazionale organizzato per la fine di settembre dall’Onu a New York, ha sottolineato la commissaria agli aiuti umanitari, Kristalina Georgieva. La commissaria ha richiamato gli Stati a ”quantificare” sin da ora i loro contributi, per completare il preventivo di circa 150 milioni di euro già sbloccati da Bruxelles. La Francia ha anche proposto un meccanismo per assicurare le evacuazioni sanitarie del personale umanitario e la Commissione si è impegnata a ”lanciare senza ritardi i preparativi” per tale azione di coordinamento.
Se ”vogliamo inviare personale sanitario e umanitario sul posto, dobbiamo assicurare a queste persone che possiamo rimpatriarle”, ha rilevato il commissario alla Salute, Tonio Borg. ”Dobbiamo isolare la malattia ma non i Paesi”, ha aggiunto, a fronte della tentazione da parte delle compagnie aeree di tagliare i collegamenti con i Paesi africani più colpiti. Ed ancora: ”Per l’Europa il rischio è minimo, ma dobbiamo restare in allerta”, ha avvertito. Al vertice ha partecipato anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la quale ha sottolineato che “non c’è alcun rischio Ebola legato all’immigrazione: si tratta di un virus limitato ad alcuni territori che non ha nulla a che fare con questi tragici viaggi della speranza.
Oggi – ha aggiunto – c’è la questione dei controlli da fare ai porti e agli aeroporti e mantenere alta l’allerta. Tuttavia l’Italia è sorvegliata al più alto livello. Ora il nostro impegno è cercare di bloccare l’epidemia”. Per questo, ha avvertito, ”serve un coordinamento globale: si tratta di un’emergenza che va affrontata da tutta l’Europa con un impegno comune e coordinato, sia in Africa, sia da noi, con nuovi mezzi e nuove risorse, visto che sinora ci sono stati sforzi insufficienti. Oggi in prima linea ci siamo noi, la Gran Bretagna e la Germania. Un po’ poco – ha commentato – per far fronte a questo problema”.
Da parte sua, il viceministro agli Esteri, Lapo Pistelli, da Bruxelles, ha sottolineato come sia ”necessario isolare e stroncare il virus prima possibile” poichè ”più ci impegniamo adesso, meglio spendiamo ora, meno risorse impiegheremo in futuro”. Intanto, è rientrato l’allarme per due bambini a Ravenna: erano tornati in Italia con febbre e altri sintomi sospetti da un viaggio in un Paese africano del quale è originaria la madre, ma gli esami effettuati dall’istituto Spallanzani di Roma “hanno dato esito negativo”. Ad oggi, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’epidemia ha ucciso in Africa occidentale oltre 2.400 persone su circa 5mila casi certificati.