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Intesa fondamentale nel calcio, nubi sui co-patron

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L’intesa è decisiva, nel calcio, e non solo quando si parla di una coppia d’attacco. La nuova era del calcio salernitano firmata Lotito – Mezzaroma vive oggi uno dei momenti più difficili e complessi da quando i due cognati hanno deciso di fare calcio a Salerno. Da un lato il vulcanico Lotito che parla sempre, ovunque e comunque. Dall’altro il taciturno e serafico Mezzaroma. Il primo è una vecchia volpe del calcio italiano, sa il fatto suo e si muove con grande naturalezza nella selva oscura del pallone. Il secondo, dopo alcuni anni alla guida del club granata scanditi da toni bassi e scarso presenzialismo, oggi, pur rimanendo defilato ha smesso il ruolo dell’apprendista proprietario, osserva tutto e soprattutto cammina solo ed esclusivamente sulle sue gambe.  

I due cognati, però, adesso, si trovano davanti ad un bivio. Gestire una società di calcio non è affatto semplice anche perché, rispetto alla costruzione di un palazzo o il raggiungimento di un obiettivo imprenditoriale puoi essere anche il più bravo ma un pallone che rotola sul palo, anziché dentro la porta, può vanificare gli sforzi di una intera stagione ed a volte di anni di lavoro. Salerno ha già vissuto anni di dualismo presidenziale Da Casillo ad Aliberti, da Lombardi a Murolo per fare qualche esempio recente. Il finale non è stato certo entusiasmante anche perché i saggi dicono che “uno è poco e due sono troppi”. L’ideale è uno e mezzo che – in tal caso – significa questo: c’è un Presidente, che potrebbe essere Marco Mezzaroma con l’ultima parola che spetterebbe a lui.  C’è un socio, ed è Lotito dal quale si attendono consigli, proposte e risorse economiche. Se lo si preferisce ci si può anche invertire di ruolo con Lotito presidente e Mezzaroma socio. L’importante è decidere perché con due soci alla pari, al 50% è come tirare la carretta con due cavalli che seguono diverse direzioni. Così non si fa tanta strada.

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