La voce femminile al telefono che squilla al centralino del 113 è piuttosto concitata: parla di una cagnolina picchiata e di una donna minacciata per essere intervenuta in difesa del povero animale.
Siamo in via Bacchiglione, parco Bissuola. Quando la Volante arriva, sul posto c’è un uomo che tiene al guinzaglio un meticcio a pelo corto, spaventato e tremante. Di fronte la signora che aveva tentato di mettere fine ai calci e alle cinghiate e che per poco non veniva aggredita pure lei. Gli agenti innanzi tutto hanno tolto la bestiola dalle grinfie di quello che una volta identificato risulterà essere un marocchino trentenne con una sfilza di precedenti, che finirà denunciato per maltrattamenti.
Affidata al servizio veterinario dell’Ulss, si scoprirà che la cagnetta dotata di regolare microchip, si chiama Lila e ha nove anni.Rintracciato il proprietario emerge una verità che suona quasi come una beffa. Impossibilitato per problemi di lavoro di portare a passeggio il proprio cane, aveva pregato il vicino di farlo dopo aver pattuito il quantum per la prestazione. «Basta che le fai fare un giro al parco, a metà pomeriggio, e poi la riportai a casa» gli aveva detto. Si fidava. Chi mai avrebbe pensato che invece l’avrebbe trattata in quel modo crudele? E poi per nulla. Lila è innocua, buona, coccolona: e ubbidiente. Che motivo c’era per darle quelle pedate in pancia? Già che motivo c’era? Pura e semplice cattiveria. Lila è stata riaffidata alle cure del padrone che prima di ingaggiare un “dog sitter” ora ci penserà due volte.
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