”La processione è testimonianza di fede: vede tutte le componenti ecclesiali impegnate, insieme, in ‘un cammino che aiuti tutti a vivere la bellezza dell’essere cristiani e a fare della venerazione dei Santi una concreta occasione di crescita’, personale e comunitaria. L’amarezza per una Chiesa ferita nella sua autenticità, mentre promuove una coerente “valorizzazione della pietà popolare’ la quale ‘difficilmente può armonizzarsi, confondersi o scendere a compromessi con prassi che derivano da forme di sincretismo magico-religioso e di ritualismo prive di spessore ecclesiale e spirituale”’, evidenziano ancora i vescovi campani.
”Quanto è accaduto, ben oltre l’amarezza, esige rinnovato vigore nel cammino di evangelizzazione, teso a promuovere e valorizzare autenticamente la pietà popolare. È necessario, ai vari livelli di responsabilità ecclesiale e sociale, incentivare un cammino di approfondimento per ridurre le zone d’ombra che tradiscono la qualità autentica della pietà popolare, per evitare che alcune ‘feste popolari nella nostra regione abbiano solo la parvenza del sacro’; siano «svuotate del loro contenuto Cristiano» e, di fatto, ‘non rendono credibile la fede agli occhi dei lontani”’, dicono ancora i vescovi. ”E’ quanto ci viene indicato dal Documento dei Vescovi della Campania, il quale non vuole in alcun modo inibire la sensibilità veramente popolare dei fedeli ma chiede che ‘le feste religiose siano autentiche celebrazioni di fede – aggiungono – incentrate nel mistero di Cristo e siano purificate da infiltrazioni profane’.
Tali indicazioni, che l’Arcivescovo di Salerno ha fatto proprie, devono essere accolte dai fedeli evitando atteggiamenti supponenti e pretestuosi, che di fatto snaturano e offendono la natura stessa della fede popolare”. I Vescovi della Campania ”auspicano che le manifestazioni del culto popolare siano sempre più espressioni autentiche e comunitarie di vera fede e testimonianza dei genuini sentimenti religiosi della comunità”
Fonte ANSA