Il pm Elena Guarino, titolare dell’inchiesta, ha chiesto di depositare alcuni atti “disseminati male nel fascicolo preliminare” e che non figurerebbero nell’indice. Si tratta dell’informativa dei carabinieri inerente il furto subito nella propria abitazione di don Nunzio Scarano nel gennaio del 2013 e alcune intercettazioni telefoniche. Proprio da quel furto partì l’indagini della procura eseguita dalla Guardia di Finanza e che ha portato all’incriminazione del prelato e di altri 49 imputati. I difensori di mons. Scarano hanno fortemente contestato la richiesta del pm, per la quale il collegio giudicante si è riservato di decidere.
Intanto sempre il legale di monsignor Scarano oltre a rappresentare lo stato di salute precario del prelato salernitano ha anche riferito che il monsignore gli ha detto di voler essere processato.