Ora – continua il rieletto Segretario Generale della UILPA Penitenziari – dobbiamo concentraci sull’immediato futuro. A cominciare dall’incontro con il premier Renzi ( previsto per martedì 7 ottobre a Palazzo Chigi) che, auspico, possa essere risolutore per la definizione della vertenza per lo sblocco del tetto salariale degli operatori del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico. Ovviamente focalizzeremo il nostro impegno soprattutto rispetto alle criticità che oberano la polizia penitenziaria. A partire dal preoccupante fenomeno delle aggressioni in danno dei poliziotti penitenziari da parte di detenuti. Dal 1 gennaio ad oggi, in Italia, si sono registrati ben 305 episodi con un totale di 128 agenti penitenziari che hanno riportato prognosi superiori ai 5 giorni. Per arginare questo fenomeno abbiamo chiesto al DAP di prevedere circuiti penitenziari con un regime detentivo più “stringente” in cui allocare i detenuti violenti e che si rendono protagonisti delle aggressioni in danno al personale.
Così come va portato a termine il percorso di deresponsabilizzazione della polizia penitenziaria impiegata nella vigilanza nelle sezioni e la revisione delle norme disciplinari. Rispetto alle polemiche – afferma SARNO – sul cosiddetto “protocollo farfalla” non posso non ricordare che Falcone e Borsellino (ricordati dal Congresso con una standing ovation ed un applauso di circa tre minuti) usavano dire che dal carcere è possibile attingere informazioni utili e determinanti. Per questo dissento dalle affermazioni del Procuratore Gratteri che ipotizza una fuoriuscita della polizia penitenziaria dalla DIA. Noi riteniamo che la ricerca delle informazioni debba avvenire in un quadro di legittimità e trasparenza e la polizia penitenziaria dispone, voglio ricordarlo, di reparti all’avanguardia : il NIC (Nucleo Investigativo Centrale) e il GOM (Gruppo Operativo Mobile) che possono essere il braccio operativo ( e legale) per la raccolta di quelle informazioni, negli istituti penitenziari, utili al contrasto del crimine organizzato.
Ovviamente – chiude Eugenio SARNO – molta attenzione è stata riservata alla proposta di riorganizzazione del DAP. Le ipotesi di cancellare alcuni PRAP e la drastica riduzione delle risorse e degli stanziamenti stridono fortemente con i proclami della politica e del Governo di voler risolvere le criticità del sistema penitenziario. Occorre ricordare che l’Europa ci guarda e ci chiede di risolvere l’indegnità del lavoro penitenziario e l’inciviltà della detenzione. Mancati questi obiettivi il Paese subirebbe un costo economico insostenibile, derivanti dalle sanzioni che ci comminerebbero, tali da rendere inutili i già ingiustificati tagli lineari ai fondi destinati all’Amministrazione Penitenziaria”.