“Una criminalità mafiosa – prosegue la sede napoletana dell’Associazione – che, alleata e supportata da gruppi di interessi oscuri, è riuscita a sottrarre spazi vitali alla vivibilità civile e democratica della popolazione campana fino quasi a ridurre al collasso le stesse istituzioni e a compromettere irreversibilmente il processo di una crescita economica e sociale corretta non solo della Campania, ma anche di altre vaste aree del Paese, oltre che dell’intero centro-sud”.
“La collocazione della Campania – ragiona Di Cesare – regione che purtroppo si è caratterizzata, per colpa delle sue classi dirigenti, come uno dei territori a più alto tasso di inquinamento mafioso e di malaffare, nel quadro socio economico del Paese, induce l’associazione Caponnetto a confermare la sua tradizionale linea di piena autonomia e di distacco sia dalla politica che dalle istituzioni locali”. (ANSA).