La campagna Archeologica di Policastro Bussentino nasce da un progetto in collaborazione tra il Comune di Santa Marina, la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta e l’associazione “Etruria Nova Onlus”. In quattro anni di studi numerosi sono stati gli sviluppi fatti per quel che concerne l’attività di ricerca e di recupero: il ritrovamento di ben due aree, di diverse epoche sovrapposte. Un’area di epoca romana risalente al terzo secolo dopo Cristo, ed una fase successiva di riuso della struttura di epoca medievale. Una costruzione circolare, che per forma e dimensioni fa pensare a un labrum, usato nelle terme per contenere le acque oppure potrebbe trattarsi di un pozzo di epoca medievale, la datazione, infatti, è incerta poiché la struttura è stata successivamente riempita.
Tra le altre scoperte anche frammenti di pavimento in coccio pesto, sempre di epoca romana, contiguo al mosaico pavimentale multi cromo contenente una striscia con piastrelle bianche e un’altra con piastrelle nere, una vasca in malta idraulica, numerose ceramiche e monete. Lo spessore dalla muratura scoperta, inoltre, fa ipotizzare che l’edificio possa essere appartenuto a un personaggio molto importante di Buxentum. Non si conoscono ancora le dimensioni del fabbricato, certo è che l’area è molto vasta, forse più ampia di quel che si può immaginare, potrebbe trattarsi di un edificio privato, o un fabbricato pubblico, potrebbe essere scoperto perfino un intero quartiere. Gli scavi di Policastro, infatti, rappresentano un rinvenimento eccezionale con un sottosuolo ricco di testimonianze straordinarie in ottimo stato di conservazione, dal Medioevo in questa zona non ci sono state edificazioni rilevanti, questa è una grande fortuna perché i resti presenti nel sottosuolo sono riusciti a conservarsi fino ai nostri giorni.