L’intitolazione, infatti, era stata proposta all’Ente nei giorni precedenti da Don Paolo Carrano e dalla Pro Loco “Etruschi di frontiera”, ed è stata, dunque, predisposta dal Comune con il sostegno dell’Associazione Gruppo di preghiera “Amici di Padre Beniamino Miori” e di tanti concittadini “che– come dichiara il Primo Cittadino – hanno mantenuto vivo il ricordo di una figura determinante per la crescita spirituale, culturale e sociale della comunità di Picciola”. “L’intitolazione della Piazza – afferma Don Paolo Carrano – rappresenta per me una grande gioia. Un’intera comunità si ritrova intorno ad un pastore che ha interpretato compiutamente il messaggio evangelico. Ringrazio di cuore i tanti, e sono molti, che in questi anni si sono adoperati affinché questo piazzale portasse il nome di Padre Beniamino a perpetua riconoscenza di quanto da lui fatto negli anni della sua permanenza. In particolare sento di voler ringraziare l’Amministrazione comunale, nella persona del Sindaco, Ernesto Sica, che, con il suo impegno concreto, ha reso possibile l’intitolazione della piazza a Padre Miori”.
Padre Beniamino Miori, mitica figura di sacerdote amato e rispettato come santo molto importante per la comunità di Picciola e dei territori circostanti, nel difficile tempo di guerra che trasformò Pontecagnano Faiano e, in particolare, la località di Picciola in uno dei più importanti scenari dello sbarco alleato del settembre 1943, continuò a portare conforto alla sua gente anche quando gli venne requisita la casa dalle truppe alleate, rimanendo a vivere sotto il campanile danneggiato della Chiesa, che riparò personalmente. Nel frattempo si dedicò, studiando l’inglese, al conforto pastorale dei soldati alleati e anche alla cura dei prigionieri (italiani e tedeschi) che dal vicino campo di aviazione (attuale aeroporto) frequentavano la chiesa di Picciola per le funzioni religiose. Prestò la sua opera anche come maestro elementare ai suoi parrocchiani, ma tre anni di vita di stenti e privazioni di ogni genere gli furono fatali. Colpito da polmonite fulminante, morì dopo tre giorni all’ospedale di Salerno. Ancora oggi è ricordato dagli abitanti di Picciola come un vero esempio per tutta la comunità cristiana.
se ti dimetti ti intitoliamo una strada, quella che va a sardone.