E mi ritrovai ad allenarmi con questo ragazzo fantastico. All’epoca lavorava da interno di centrocampo e mi impressionò subito la sua gamba e la padronanza tecnica. Faceva aperture di 40 metri con una semplicità disarmante. Capii subito che avrebbe avuto possibilità di carriera. Ora lo riscopro esterno d’attacco e non mi meraviglio. Ha corsa, qualità, intelligenza tattica”.
Ferrarese conferma a La Città la forza del giocatore e si dice non sorpreso dalla sua esplosione: «Quando fu preso dalla Salernitana nell’estate del 2013 gli telefonai subito e gli parlai del calore, della passione, dell’importanza della piazza. Però, lo scorso anno è stato assai tribolato per la pubalgia.
Quando a gennaio è tornato alla Vecomp ho perso un po’ le speranze. Invece mi ha sorpreso di nuovo. Perdere quel treno poteva abbatterlo. Invece non ha mai smesso di crederci. È uno che ha mangiato polvere e sofferenza per anni. Per guadagnare andava ogni giorno a lavorare alle 5 del mattino. E poi il pomeriggio ad allenarsi. Una costanza pazzesca, che ora si manifesta nelle sue prestazioni. Difficilmente Nalini sbaglia una partita. E nel calcio moderno la continuità è fondamentale”.
Fonte La Città