I ministri hanno anche concordato l’avvio di una massiccia operazione di informazione: e infatti da oggi sono in distribuzione nei porti e negli aeroporti opuscoli informativi del ministero della Salute sulla malattia da Ebola. Gli opuscoli sono mirati a dare una corretta e precisa informazione sulla malattia, i sintomi da dichiarare ed i comportamenti da adottare. L’Italia non ha comunque voli diretti con Guinea, Liberia e Sierra Leone, i paesi africani ‘cuore’ dell’epidemia. ”E’ necessaria estrema cautela perchè i modelli matematici in vari casi sono stati smentiti”. Così Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, commenta lo studio Usa secondo cui i 21 giorni di quarantena, stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per evitare il contagio del virus ebola potrebbero non essere sufficienti.
Applicando l’ipotesi avanzata dai ricercatori americani l’isolamento dei pazienti con sospetta Ebola dovrebbe passare da 21 giorni e mezzo a 23 giorni e mezzo. Lo studio, spiega Ippolito, è stato fatto basandosi su un modello matematico sulla base di dati raccolti per epidemie passate, come l’ebola in Congo e il vaiolo, e segnala che i 21 giorni di isolamento potrebbero lasciare fuori dallo 0,2 al 12% di rischio di contagio. Al momento però, afferma Ippolito, ”le indicazioni raccomandano un periodo di isolamento di 21 giorni” per persone che hanno avuto contatti a rischio, ed ”un Paese si definisce ‘libero’ dalla malattia se supera due periodi di 21 giorni senza che si registrino dei casi”. Dunque, ”ad oggi, non vi sono prove scientifiche contrarie” a quanto assunto. Va tuttavia precisato che il periodo di incubazione del virus Ebola, sottolinea l’esperto, va ”da un minimo di 2 giorni ad un massimo di 21 giorni, con un periodo medio inferiore ai 10 giorni”. Quella ”in corso – conclude – è una vera e propria guerra fra matematici e questo non è il primo studio che solleva dei dubbi”.