Spostandosi in gruppi è assai facile invece trovare cacciatori poco accorti e corretti che ne abbiano fatto incetta, aiutandosi con il famoso “specchietto per le allodole” o,nel peggiore dei casi, un richiamo elettroacustico che ne riproduce il verso, attirandone in quantità. E questa volta, oltre ad attirare le allodole, il richiamo attira anche le guardie volontarie dell’Enpa della sezione di Salerno che riescono a capirne la direzione e spedite imboccano una traversa di campagna che li conduce proprio a ridosso di due “coppie” separate di cacciatori. E i controlli iniziano. Mentre i primi due cacciatori vengono controllati, altre guardie si dirigono verso gli altri, più lontani.
L’esperienza insegna che non bisogna mai abbassare la guardia e mantenere alta l’attenzione e così le guardie vedono indistintamente strani movimenti. “E’ la solita storia di guardie e ladri” – afferma Pasquale De Gregorio, agente dell’Enpa – loro provano a fare i furbi e noi a sorprenderli. I cacciatori conoscono bene le regole che infrangono sistematicamente”. Uno dei due cacciatori va incontro alle guardie, il controllo ha inizio. L’altro, un semplice accompagnatore, resta dietro. I documenti risultano tutti in regola, ma le guardie non si fanno trarre in inganno, e setacciano la zona. Basta poco e si scopre un richiamo elettroacustico che i due avevano cercato di occultare tra le erbacce. Si chiamano i carabinieri, si va in caserma per redigere i verbali di turni: sequestro dell’arma, del richiamo, dell’avifauna abbattuta, di quasi 500 cartucce di varie marche.
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