Queste particolari cellule, se poste in opportune condizioni sono infatti in grado di moltiplicarsi e differenziarsi in cellule di diversi tessuti, dando origine a vari tipi di cellule presenti nell’organismo. Di qui il pensiero e la speranza che il loro impiego potrebbe consentire di intervenire sul decorso di patologie di difficile o impossibile trattamento, tra cui il diabete, il Parkinson, l’Alhzeimer, la sclerosi multipla, distrofie muscolari, numerose malattie cardiache e alcune malattie tumorali”. Dopo i saluti del Presidente Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Salerno, Bruno Ravera, del Direttore Generale A. O. U. OO.RR. San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona – Salerno, Vincenzo Viggiani, del Direttore Generale ASL Salerno, Antonio Squillante, del Rettore dell’Università degli Studi di Salerno, Aurelio Tommasetti; del Mario Capunzo; del Consigliere del Presidente della Giunta Regione Campania per i temi della Sanità Raffaele Calabrò, interverràRuggero De Maria Marchiano – Direttore Scientifico Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena“ Roma (Le cellule staminali: promesse e certezze nell’era della terapia personalizzata).
Alle ore 10 al via la prima sessione “Aspetti bioetici e regolatori”, moderata da Liana Harvath – FormerOfficial, U.S. Food and Drug Administration e Alessandro Nanni Costa – Centro Nazionale Trapianti – Ministero della Salute – Roma. Parteciperanno all’incontro: John Estrada – Associate Director of the LSU-TulaneClinical Louisiana State – University (Aspetti Etici: dai principi all’applicazione); Lucio Miele – Louisiana State University and Louisiana CancerResearch Consortium, USA (Requisiti normativi in USA per lo sviluppo clinico di farmaci biologici); Barbara Bottalico – Centro di ricerca interdipartimentale European Center for Law, Science and New Technologies, Università di Pavia (Normativa e giurisprudenza sullo sviluppo clinico del farmaco); Gianfranco Tajana – Facoltà Medicina, Università di Salerno (UNISTEM DAY 2014: Il punto di vista di 1000 under 20).
Atteso il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. La seconda sessione, riguardante le “Cellule staminali: dalla ricerca all’applicazione clinica”, sarà moderata da Angelo Massari – Direttore Dipartimento Patologia Clinica e Medicina Trasfusionale A.O. U. S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona Salerno; Paolo Barone – Ordinario Neurologia Facoltà di Medicina Università di Salerno. Interverranno: RadhikaPochampally – University of Mississippi Medical Center, USA (Isolamento e caratterizzazione di cellule staminali) eStefano Stifani -McGill University and Montreal NeurologicalInstitute and Hospital, Canada (Cellule staminali nelle malattie neurodegenerative).
Alle ore 15 il convegno riprenderà insieme a Gregorio Laino – Istituto di Chirurgia Orale e Maxillo-Facciale, Seconda Università di Napoli (Rigenerazione ossea con staminali da polpa dentaria); Umberto Galderisi – Biologia Molecolare Seconda Università di Napoli (Effetti delle radiazioni a basso dosaggio sulla funzionalità delle cellule staminali mesenchimali stromali); Gianluigi Condorelli – Istituto Clinico Humanitas e Cattedra di Cardiologia, Università Milano (Staminali nelle malattie cardiovascolari: mito e realtà). Modereranno: Generoso Andria – Ordinario di Pediatria, Università Federico II di Napoli e Giuseppe Di Benedetto – Direttore Dipartimento Cuore Azienda O.U. S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona – Salerno.
“Il lato oscuro delle cellule staminali”: è questo il tema della quarta sessione moderata da Carmine Selleri, Direttore S.C. Ematologia e Trapianti di Cellule Staminali Emopoietiche A.O.U. S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona e da Ruggero De Maria Marchiano – Direttore Scientifico Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena“ Roma. Relatori: Robert Clarke – University of Manchester (Cellule staminali precursori di cellule tumorali – tumori solidi); Alfonso Maria D’Arco – Direttore S.C. Medicina Interna e Oncoematologia Ospedale Umberto I – Nocera Inferiore (Cellule staminali in ematologia); Silvana Morello – Dipartimento Farmacia Università Salerno (Aberrante differenziazione di cellule staminali ematopoietiche nel tumore).
“L’evento – spiega il Vice Presidente dell’Ordine dei Medici di Salerno, Giovanni D’Angelo – è stato fortemente voluto da questo Ordine come contributo ad una riflessione serena e fuori dalla mischia sul tema delle cellule staminali, argomento, che è fonte di grande entusiasmo e di forti aspettative ma anche di profonde delusioni e difficili scelte. Abbiamo invitato studiosi di grande valore professionale e morale per un confronto serrato ma corretto sulle regole per la ricerca applicata delle cellule staminali nell’uomo e per una analisi della dimensione etica di questa pratica terapeutica, con l’obiettivo di immaginare un percorso virtuoso e sicuro per l’impiego terapeutico di queste cellule in alcuni ammalati. Le relazioni sullo stato dell’arte nella pratica terapeutica con cellule staminali in vari settori della medicina contribuiranno a chiarire la realtà in questo campo, perché si evitino “viaggi della speranza“ ma anche per sottolineare la “buona pratica terapeutica“ . Salerno con i gloriosi trascorsi storici della Scuola Medica Salernitana- conclude D’Angelo – intende contribuire alla divulgazione della medicina basata sulle evidenze soprattutto in questo particolare settore, nel quale il rigore nella ricerca è presupposto indispensabile per dare una risposta in sicurezza alla grande speranza riposta in questa terapia”.
Di cellule staminali ha parlato già questa mattina, venerdì 24 ottobre, anche il prof. Lucio Miele, Louisiana State University and Louisiana CancerResearch Consortium, USA nel corso della tavola rotonda “Cellule staminali: presente e futuro”, moderata dal giornalista Luciano Onder (che ha ricevuto il Premio Internazionale“Scuola Medica Salernitana 2014”per il Giornalismo Scientifico).
Secondo il prof.Miele: “La tematica che stiamo trattando è quanto mai importante. Lo testimoniano i tantissimi studi clinici che vengono condotti sulle cellule staminali. Attualmente esistono 31.313 ricerche scientifiche inerenti le staminali, ma solo 302 sono gli studi clinici condotti su pazienti umani. La media, dunque, è di 1 studio su 100. Siamo ancora allo stadio fortemente sperimentale. La speranza, ovviamente, esiste, ma non bisogna alimentare inutili e pericolose illusioni nella gente. Bisogna portare avanti studi clinici ben controllati. Attualmente si assiste – rimarca il prof. Miele – ad un fenomeno preoccupante. I pazienti, ad esempio, si recano nella Repubblica Dominicana o in Cina, dove i controlli regolatori sono del tutto insufficienti, per sottoporsi a trattamenti con cellule staminali. Si tratta di veri e propri viaggi della speranza. Questo è l’equivalente di andare a Lourdes, ma almeno il santuario di Lourdes non si fa pagare. Lì vi è una speranza nel miracolo. Siamo umani, tutto è possibile, ma stiamo parlando di miracoli e non di risultati scientifici”.
Facendo, poi, una distinzione tra la realtà italiana e quella americana, dove il dott. Miele opera, aggiunge: “Negli Stati Uniti e nei Paesi Nord Europei non è possibile fare uno studio clinico senza adeguati controlli regolatori. La FDA (Food and Drug Administration), dove ho lavorato, è tuttora il miglior esempio internazionale di come sia possibile fare studi clinici anche rischiosi, attraverso protocolli ben controllati. Negli USA non è possibile fare un trattamento clinico nuovo senza avere l’autorizzazione dall’FDA. In America, però, rispetto all’Italia, non esistono lungaggini burocratiche. Tutto è molto più veloce. Per dare un trattamento sperimentale a un essere umano è necessario dimostrare all’Agenzia che si hanno abbastanza informazioni per ritenere che lo stesso sia almeno sufficientemente sicuro e che si sappia quali siano gli effetti collaterali. Lì a decidere è solo la FDA, avvalendosi di un pool di esperti. Non è possibile alcuna intromissione della magistratura nella valutazione della fase autorizzativa. Si dà per scontato che un giudice non possa avere la sufficiente competenza per cambiare il parere di esperti del settore. In Italia, penso al Caso Stamina, la magistratura può interferire e bloccare o sbloccare un trattamento. In America sarebbe impensabile”.
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