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Lavoro, Ministro Poletti a Salerno: “Norme guardano al passato. Incentivi? Sono tossici”

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Camminiamo guardandoci indietro, ancorati al passato, laddove è giunta l’ora di accettare l’idea di dar vita ad un cambiamento radicale. Il Ministro Poletti parla di coraggio, di razionalità che deve andare di pari passo con la passione, perché per ridare dignità al lavoro ed ai lavoratori non può esser sufficiente l’auspicabile ripresa economica, peraltro affatto scontata. Per Poletti, ogni singolo individuo deve cominciare a guardare da vicino a quel che accade, chiedendosi perché il lavoro manchi e non limitandosi a contemplare con rassegnazione quel tasso medio di occupazione che era e resta uno dei più bassi dell’Unione Europea.

Un dato che peraltro non è di oggi o di ieri, visto che il Paese, storicamente, non ha mai guadagnato posizioni in tale ipotetica graduatoria e rimane quello dove mediamente si entra più tardi nel mondo del lavoro. Per il Ministro, innanzitutto c’è da mettere da parte quella sorta di lassismo comune che porta il cittadino a chiedere “Cosa fate voi?”, piuttosto che “cosa vogliamo fare assieme?”.

Nel mondo del lavoro “noi andiamo avanti con la logica governata da norme che sono la fotografia del passato”. Lo ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti intervenendo a Salerno a un convegno promosso dalla Conferenza episcopale italiana sul tema ‘Nella precarietà la speranza’. “Come facciamo a governare il futuro così – si è chiesto ancora Poletti – con la testa rivolta al passato”. Per il ministro, inoltre, bisogna prendere atto che “le cose stanno cambiando”.

Per il mondo del lavoro “non c’è nulla di più tossico degli incentivi” , ha aggiunto  Poletti – Bisogna togliere gli ostacoli – ha detto il ministro – e non dare solo le vitamine”. Sulla manifestazione della CGIL a Roma il ministro del Lavoro ha preferito non commentare: “Permettetemi di non commentare una manifestazione che è ancora in corso. Ne parleremo alla fine”. Poi  ha rimarcato la necessità “di cambiare gli strumenti” se si vogliono creare nuove occasioni di lavoro. “Se si fanno dichiarazioni del tipo vogliamo un ‘contratto più stabile’ e poi le regole rimangono le stesse le cose non cambieranno” ha concluso il Ministro.

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