Come già successo in molte altre manifestazioni del salernitano in cui si sono utilizzati animali, anche stavolta era presente il gruppo di attivisti ‘Veg in Campania’, con i volontari delle Associazioni ‘LAV Salerno e Napoli’ e ‘Venganch’io Cavese’, impegnati in un presidio ed un volantinaggio informativo.
Sebbene gli organizzatori di questa fiera dichiarino di avere tra gli obiettivi quello di ‘propagandare l’amore e la conoscenza degli uccelli, il rispetto e la salvaguardia del loro habitat’, di fatto, quello che si trovava all’interno del mercato ittico di Salerno, erano migliaia di uccelli privati per sempre della libertà, comprati e venduti come merce. Alcuni di questi erano migratori, animali che in natura volerebbero per migliaia di chilometri ed erano invece detenuti in gabbie minuscole, trasformati in merce da esibire. Ma non solo: in vendita c’erano anche tartarughe, cincillà, criceti, conigli, rane.
Presenti purtroppo tanti bambini, a cui viene insegnato che un animale altro non è che un giocattolo, un passatempo, un oggetto che ha un suo prezzo, da portare via all’interno di scatole di ridottissime dimensioni. Pochi euro, e l’animaletto scelto viene inscatolato ed insacchettato. Consolidate teorie psicologiche ritengono che queste manifestazioni sono altamente diseducative per i bambini, che le vedono come una vera e propria legittimazione della sopraffazione del più forte nei confronti del più debole, dell’uomo su tutti gli animali.
‘Rifiutiamo queste fiere e questi spettacoli, perché non rispettosi del diritto alla vita ed alla libertà di ogni essere senziente; rifiutiamo la prigionia, sia essa umana che animale. Vogliamo spezzare le catene, rappresentate da quelle gabbie e da quei lacci alle zampe dei rapaci, ma anche le catene dell’ignoranza umana, della totale incapacità di guardare agli animali con empatia’, ribadiscono gli attivisti di Veg in Campania.
Contemporaneamente gli animalisti chiedono all’amministrazione comunale, che con la recente stesura di un nuovo Regolamento di Tutela degli Animali ha dimostrato maggiore sensibilità a queste tematiche, di seguire l’unica direzione in sintonia con una società che si autodefinisce civile, ovvero di non concedere più né l’autorizzazione, né il patrocinio a questo genere di eventi, che nulla hanno di culturale e sono invece manifestazione di violenza dell’uomo sulle altre specie.