Quest’anno, sono 18 gli indicatori selezionati per confrontare tra loro i 104 capoluoghi di provincia italiani. Tre indici sulla qualità dell’aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull’offerta, il secondo sull’uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull’incidentalità stradale, due sull’energia (consumi e diffusione rinnovabili). Quattro indicatori su diciotto selezionati per la classifica finale (tasso di motorizzazione auto, tasso di motorizzazione moto, incidenti stradali e consumi energetici domestici) utilizzano dati pubblicati da Istat. E’ la mancata risposta a essere presa in considerazione: in particolare, viene assegnato un punteggio negativo (“malus”).
“Nel complesso – commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania – il Rapporto evidenzia con chiarezza la situazione di impasse in cui versa la Campania delle città, l’esasperante incapacità con cui molte città affrontano sul proprio territorio alcune questioni chiave dal punto di vista ambientale. Tra gli interventi messi in campo da chi gestisce i centri urbani è davvero difficile trovare una reale spinta a migliorare la qualità della vita di residenti e ospiti: mancano la capacità creativa e il coraggio di riprogrammare le priorità, cambiare la mobilità, abbattere o restaurare, rinnovare non solo singoli edifici ma interi quartieri fermando il consumo di suolo. Nelle città campane- prosegue Buonomo – infatti, alla preoccupazione per un’emergenza contemporanea – ora lo smog, ora i rifiuti, ora lo sprawling, l’inefficienza energetica, quella del trasporto pubblico, quella dei servizi – si accompagna l’impossibilità di riuscire a rintracciare, tra i programmi politici, tra i singoli interventi sul territorio e tra le parole degli amministratori un filo conduttore, un quadro d’insieme che componga il puzzle e che offra l’immagine di quello che sarà la città nel futuro, cosa potrà diventare, se finalmente il territorio comunale sarà considerato e trattato come un vero e proprio ecosistema urbano e non come una sommatoria di zone, funzioni e responsabilità scollegate tra loro. Bisogna pensare un modo nuovo di usare le risorse e l’energia, di organizzare la mobilità, con spazi pubblici più sicuri, più salutari e meno alienanti, immaginando la città come luogo dove si realizzano le condizioni per favorire le relazioni sociali, il senso del vicinato, del quartiere, della comunità”.
Entrando nello specifico dei dati, Napoli è 87ma. La qualità dell’aria presenta livelli di biossido di azoto che raggiunge i livello di 37,3 ug/mc , al di sotto del limite di legge di 40 μg/mc, La media relativa alle concentrazioni di polveri sottili si assesta sui 35, microgrammi al metro cubo inferiore al limite per la protezione della salute umana di 40 μg/mc, previsto dalla direttiva comunitaria. La raccolta differenziata si assesta al 20%, percentuale tra le peggiori tra le grandi città. Male il trasporto pubblico dove Napoli rimane staccata dalle altre grandi metropoli con 56 passeggeri trasportati annualmente per abitanti annui, Roma ne trasporta 512 e Milano 474. Inoltre tra le grandi città per quanto riguarda offerta di servizio di trasporto pubblico con 12 km-vetture/ab tra le peggiori in Italia superata solo da Messina, basti pensare che Milano in prima posizione è a quota 85 Km-vetture/ab, Roma (con 60 km-vetture/abitanti. Promossa sulla depurazione con il 100% di capacità depurativa, mentre aumenta rispetto lo scorso la percentuale per la dispersione dell’acqua con una percentuale del 34% (era il 31% lo scorso anno).
Il primato regionale spetta ad Avellino che si posiziona al 39 posto a livello nazionale. Buona la percentuale di raccolta differenziata pari al 55,5 % per quanto riguarda la rilevazione di Pm10 con 28 μg/mc si assesta molto al di sotto del limite di legge di 40 μg/mc. Mentre per la concentrazione dell’ozono (gas altamente velenoso per gli esseri viventi) Avellino ottiene la maglia rosa a livello nazionale con zero superamenti s del limite giornaliero di 120 mg/mc come media mobile su 8 ore. Il capoluogo avellinese risulta tra le prime quattro città italiane meno energivore sotto i 1.000 kWh pro capite di consumi elettrici. Sono 0,35 i metri quadrati di superficie pedonale a disposizione di ogni residente-
Salerno si piazza a metà classifica la 50posto, terza città campana. La raccolta differenziata si assesta al 65,2% tra le prime sette a livello nazionale . Incompleti i dati sulla qualità dell’aria. Nel capoluogo salernitano l’acqua immessa nella rete viene perduta in percentuale pari al 60% a riprova di una situazione critica per la città, mentre non disponibile il dato sulla depurazione. Sufficiente sul lato del trasporto pubblico con 49 passeggeri trasportati annualmente per abitanti .Sono 0,39 i metri quadrati di superficie pedonale a disposizione di ogni residente. Presenta una superficie di verde fruibile media per abitante pari a 17,1 mq.
Mentre guadagna maglia rosa per l’indicatore sulle energie rinnovabili che si concentra quest’anno sulla diffusione del solare termico e fotovoltaico in strutture pubbliche e valuta la potenza complessivamente installata su impianti solari (termici e fotovoltaici) realizzati su edifici di proprietà comunale ogni 1.000 abitanti residenti. Dai dati elaborati, Salerno distanzia tutte le altre città, con oltre 185 kW installati ogni 1.000 abitanti (186,18 kW/1.000ab).
Anche Benevento si posiziona a metà classifica al 59 posto. Un percentuale di raccolta differenziata pari al 64,6 % superata a livello regionale solo da Salerno. Triste primato per quanto riguarda la rilevazione della concentrazione PM10 dove Benevento con 47,1 μg/mc è ultima città in Italia per le polveri sottili con un valore medio annuo superiore al limite per la protezione della salute umana di 40 mg/mc, previsto dalla direttiva comunitaria, mentre sfiora con 39,4ug/mc il superamento dei limiti di leggedi 40 μg/mc per quanto riguarda biossido di azoto, conquista la maglia rosa con livello nazionale con zero superamenti del limite giornaliero di 120 mg/mc come media mobile su 8 ore. E’ tra i 4 i comuni in cui solo la metà, o meno, della popolazione viene servita dal depuratore, : Benevento (che registra il 21% di capacità di depurazione)insime a Catania (24%), Messina (48%) e Palermo (49%).
Maglia nera della Campania è assegnata a Caserta con la sua 93 posizione penalizzata per aver inviato informazioni inferiori al 50% del totale dei punti assegnabili. Non risponde sui dati della qualità dell’aria e della depurazione e sul trasporto pubblico. La raccolta differenziata fa registrare una percentuale pari al 45 %, sono appena 0,11 i metri quadrati di superficie pedonale a disposizione di ogni residente mentre buono l’indice di ciclabilità con 4,51 metri equivalenti ogni 100 abitanti per pista ciclabile.