“Le identità recitate”, ha proseguito Peluso, tra i fondatori Società italiana di sessuologia clinica, “caratterizzano le relazioni online attraverso la mediazione di fake, ovvero di false identità, che interagiscono costruendo immagini mascherate del sé e degli altri, in un sistema di rapporti collusivi”. Quindi “la vita online provoca effetti placebo non solo in soggetti depressi e solitari ma in chiunque abbia un’insicurezza o disagio rispetto alla percezione della propria immagine”, e “anche coloro che non hanno problemi di autostima affidano al web e ai social l’occultamento dei propri difetti e l’esaltazione di pregi non sempre reali”. “I legami tra false identità”, ha concluso il sessuologo, “generano benessere precario destinato a sgretolarsi quando i soggetti si calano nella dimensione delle relazioni reali, dove barare è molto più difficile”.
Fonte LaRepubblica