contro la sospensione dalla carica di sindaco di Napoli, ha
deciso di inviare gli atti alla Consulta ed ha sospeso
l’efficacia del provvedimento fino alla Camera di Consiglio
successiva alla decisione.
Di conseguenza De Magistris è reintegrato al suo posto: alla notizia, lungo applauso e grida
di giubilo in sala giunta per il sindaco che commenta: ‘Sono
emozionato. Era un provvedimento molto atteso. Continuerò a fare
il sindaco di strada’. Il presidente del Tar commenta: ‘abbiamo
fatto una fatica enorme considerata la complessità del quesito’.
Il Tar ha ritenuto fondato l’argomento contenuto nel ricorso di De Magistris in cui si sottolinea che la sospensione dello stesso De Magistris dalla carica di sindaco di Napoli sarebbe conseguenza di un’interpretazione retroattiva degli articoli 10 e 11 della legge Severino e quindi non conforme ai diritti di elettorato ed ai principi di cui agli articoli 2, 51 e 97 della Costituzione. In particolare De Magistris ha evidenziato che al tempo in cui aveva deciso di candidarsi, e fino alla proclamazione a sindaco avvenuta il primo giugno 2011, non figurava tra le cause di incandidabilità e di sospensione da tale carica l’aver riportato una condanna per abuso d’ufficio.
Infatti, solo con l’entrata in vigore della ‘legge Severino’, ossia dal 5 gennaio 2013, è stata introdotta nell’ordinamento come causa ostativa la condanna per abuso d’ufficio. Su questo punto il Tar ha ritenuto di porre la questione di legittimità costituzionale alla Consulta rinviando gli atti.