“Crediamo fortemente nello strumento dei Distretti – ad affermarlo è Giuseppe Morello, presidente del Consorzio Bonifica Vallo di Diano – dobbiamo però avere produzioni di qualità, compiendo un processo di sensibilizzazione presso i produttori recuperando le produzioni cerealicole. Questo potrà essere uno strumento che superi le lacune di tutti questi anni”.
A fargli da eco è Raffaele Accetta, presidente della Comunità Montana Vallo di Diano: “E’ nell’agricoltura legata al turismo e alle bellezze paesaggistiche il nostro futuro, abbiamo detto no alle trivellazioni perché riteniamo che lo sviluppo sia proprio nelle nostre tipicità agricole e ora non possiamo e non dobbiamo cambiare strategia, anzi dobbiamo rafforzarle con nuovi strumenti come questo dei Distretti”.
A dare un po’ di dati sulla crisi nel mondo agricolo del Vallo di Diano è un esperto come Beniamino Curcio, responsabile ufficio agrario della Comunità Montana: “In dieci anni, dal 2000, siamo passati da 8655 aziende a poco più di 4005, cioè il 54% in meno – sottolinea Curcio – E quelle ad essere scomparse di più sono tutte quelle piccole attività che comunque davano vitalità al territorio. La zootecnia ha subito un vero e proprio tracollo dovuto alle quote latte. Non c’è stata una riconversione delle vecchie stalle, mentre il futuro dell’agricoltura sarà puntare verso un’azienda agricola multifunzionale, e cioè dalla produzione dei prodotti tipici, all’energia rinnovabile, al presidio del territorio”.
Ed è Laura Di Bisceglie, commercialista e rappresentante del “Comitato per il Distretto Vallo di Diano” a spiegare fiscalmente come un Distretto possa agevolare molto le aziende partendo dall’elemento di aggregazione cambiando mentalità di fare impresa.
Ma senza le produzioni non ci sono le aziende, quindi il valore fondante è rappresentato proprio dalla qualità dei prodotti. Ed è il Centro di Ricerca per l’Orticoltura di Pontecagnano, con Giuseppe Rofrano a evidenziare come “il peperone del vallo di Diano” abbia tutte le potenzialità per avvalersi di un riconoscimento puntando sulla valorizzazione e sul recupero della varietà.
E poi l’argomento “biodiversità”, che come spiega Rosa Pepe che con il Cra è l’anima del Comitato Promotore dei Distretti, “è la vera ricchezza dei territori e che va salvaguardata come fanno alcuni contadini custodi che non si arrendono alle avversità e alla globalizzazione”. E pensare che un tempo il Vallo di Diano era la “riserva cerealicola dell’Italia” con campi sterminati coltivati a grano, come evidenziano i ricercatori Pasquale De Vita del centro di ricerca per la cerealicoltura di Foggia e Fabrizio Quaranta dell’Unità di ricerca per la valorizzazione qualitativa dei cereali di Roma. L’obiettivo sarà quindi quello di riportare in coltivazione le vecchie varietà come ad esempio il “Senatore Cappelli” e dare nuovi spunti per un’agricoltura sostenibile e redditizia.
Presenti all’incontro anche Rossella Guadagno del Consorzio Cursa di Roma che ha evidenziato come i Distretti “nascono come modello economico per diventare un elemento di governance”, Maurizio Tancredi sindaco di Caselle in Pittari,Vincenzo Casella, consigliere provinciale Coldiretti, Paolo Imperato sindaco di Padula e consigliere provincia di Salerno (che ha portato l’adesione al comitato anche dell’ente Provincia), Attilio Romano sindaco di Casalbuono e presidente Gal Vallo di Diano, Gennaro Mucciolo consigliere regionale e primo firmatario della legge regionale sui Distretti rurali.
A concludere l’incontro gli esempi concreti di due realtà imprenditoriali locali che hanno avuto successo: l’azienda di Carmine Lisa con la “soppressata” del Vallo di Diano, e Antonio Capozzoli con l’azienda di panificazione “Golden bread”.