“I Distretti rurali in rete – spiega Anna Pina Arcaro, responsabile del Comitato Promotore – devono rappresentare la sintesi integrata, multifunzionale ed in progress delle varie micro filiere agroalimentari d’eccellenza e o di nicchia esistenti, come ad esempio l’olivicola, la vitivinicola, la castanicola, la limonicola, giusto per fare alcuni esempi, e da convogliare in una filiera trasversale bio agro- energetica determinante per auto sostenibilità degli stessi e il tutto verso l’implementazione della Strategia di Sviluppo Locale del Turismo rigenerativo: uno stile di vita che è alla base della dieta mediterranea”. L’azione quindi sarà multifunzionale, trasferendo le competenze in un’”unica rete”.
“La biodiversità legata ai prodotti di qualità – evidenzia Rosa Pepe del CRA di Pontecagnano, ente che con le sue competenze scientifiche nel mondo della produzione e ruralità è tra i più attivi del Comitato Promotore – potrà diventare un fattore economico trainante grazie al lavoro dei vari protagonisti del mondo rurale. E’ un’occasione che il territorio non può lasciarsi sfuggire”.
Il fattore di novità sarà anche quello della fiscalità come spiega Laura Di Bisceglie, dottore commercialista: “Con la legge regionale della Campania approvata sui Distretti, si spalancano nuove possibilità per le aziende, anche nel campo fiscale con la “fiscalità dei Distretti” – evidenzia Di Bisceglie – l’elemento determinante e di novità è tutto racchiuso nell’aggregazione che sarà la vera forza economica”. Grande è l’entusiasmo di sindaci come Antonio Romano del comune di Camerota che con il suo territorio che sfocia a mare, è diventato negli anni una conosciuta meta turistica: “Dobbiamo fare un discorso non solo quantitativo – sottolinea Romano – ma qualitativo, e l’adesione al Comitato Promotore è più che convinta perché il mondo rurale deve necessariamente coniugarsi con il mondo turistico come fa con successo un comune come Corinaldo, in provincia di Ancona, che abbiamo visitato per studiare le strategie utilizzate con grande successo. Poi sarà importante capire anche come usare terreni di proprietà comunale per “usi civici”.
Il primo cittadino di Futani, Aniello Caputo, fa leva “sulla “sensibilizzazione” degli operatori economici che devono necessariamente fare rete, così come il sindaco di Rofrano, Nicola Cammarano. “Abbiamo molti problemi da risolvere – rincalzaMaurizio Tancredi, sindaco di Caselle in Pittari – come ad esempio la gestione dei boschi comunali. E’ assurdo che un’area come il Cilento deve comprare il legno in pellet dalla Romania, dobbiamo invertire necessariamente la rotta”. Presente anche Pietro Forte, presidente del Gal Casacastra e il sindaco di Morigerati, Cono D’Elia che evidenzia l’assenza di una strategia territoriale e come “le aree interne vivono una grande sofferenza e vanno trovati nuovi strumenti economici. L’idea dei Distretti – evidenzia D’Elia – è più che valida, il turismo dovrà essere legato ai prodotti di eccellenza che vanno sostenuti con progetti vincenti”.
Legato più che mai al territorio è il mondo della scuola come dimostra l’attività di una preside come Maria De Biase dell’Istituto Comprensivo Teodoro Gaza di San Giovanni a Piro, dove nei 18 plessi scolastici che gestisce, si cucinano pasti con i prodotti dell’orto sinergico della scuola inventandosi le “ecomerende”: le colazioni si fanno con “pane e olio”. Tutto secondo i principi della sostenibilità legata ai prodotti locali, perché come spiega De Biase: “La ruralità è modernità, quello che è invece vecchio è il supermercato e le merendine. Purtroppo però questi concetti faccio fatica a farli capire ad alcuni genitori che pensano sia un passo indietro nel passato”. Ma la preside non si è mai arresa dinanzi alle difficoltà, e il suo esempio è diventato un modello come dimostra il suo inserimento fra i finalisti italiani 2014 del “Premio del Cittadino Europeo” attribuito ogni anno dal Parlamento Europeo. Il territorio e l’economia partono anche da questi buoni esempi.