In queste ore, assistiamo alla sacrosanta indignazione dei cittadini riguardo lo smaltimento delle Ecoballe, ammassate da anni nel sito di Coda Di Volpe a Eboli in provincia di Salerno presso l’inceneritore di Acerra.
Sono giorni che i cittadini di Acerra sono in mobilitazione contro il trasferimento della spazzatura, negli oramai famosi forni in provincia di Napoli per il cosiddetto “utilizzo finale”.
Appare evidente che il problema è l’esistenza di un impianto di incenerimento dei rifiuti alla fine del ciclo. Oramai, dopo anni di lotte e informazione dal basso, fatta dai cittadini per i cittadini, è noto a tutti quanto sia dannoso utilizzare questa metodologia: inquinante, antieconomica e contro tutte le leggi naturali.
Se la regione Campania avesse provveduto all’adozione di impianti di trattamento meccanico manuale a quel punto della filiera, adottando la strategia “rifiuti zero” , queste manifestazioni non ci sarebbero state oggigiorno. E’ l’ennesima dimostrazione che l’apertura di un impianto come quello di Acerra ha risolto ben poco, per cui la costruzione e l’apertura di altri due impianti può già essere considerato un errore colossale, proprio perché la percezione del
cittadino campano riguardo questi impianti è profondamente cambiata da quando si andava in televisione a parlare di “zero emissioni”. Gli inceneritori inquinano le nostre terre, e la realizzazione di un inceneritore è l’inizio del problema, non la fine.
Isabella Adinolfi
Europarlamentare
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