Le analisi di forze di polizia ed intelligence concordano sul malcontento generalizzato che serpeggia nel Paese, alle prese con una pesante crisi economica. Ci sono un centinaio di vertenze occupazionali che rischiano di invadere il campo dell’ordine pubblico, se non gestite al meglio: l’esempio dell’Ast di Terni fa da monito. Ma sono in fibrillazione anche altri soggetti, dagli studenti ai movimenti per la casa, dagli antagonisti ai Forconi, passando per i gruppi più legati al territorio come i No Tav, i No Muos o i No Tap. Per ora non ci sono segnali di ‘convergenze’ tra i diversi contestatori, ma l’attenzione degli apparati di sicurezza è alta.
La data più imminente che preoccupa è quella di venerdì prossimo, con lo sciopero generale indetto dai Cobas, cui hanno aderito movimenti studenteschi e centri sociali. Previste iniziative in tutta Italia: a Roma programmato un presidio in mattinata a Montecitorio ed alle 14 un sit-in degli studenti al ministero dell’Istruzione.
A Torino sfileranno i duri del Centro sociale Askatasuna. Analoghe iniziative sono previste in tante città da Palermo a Vicenza, da Bologna a Catania. Con quel mix poco controllabile di studenti, antagonisti e sindacati di base che metterà presumibilmente a dura prova l’ordine pubblico. Dopo la riunione di oggi il Viminale fa sapere che ci sarà “la massima disponibilità al dialogo con tutti per garantire il diritto a manifestare ma, nello stesso tempo, la massima fermezza per assicurare il rispetto della legalità”.
A questo scopo, il ministro Alfano ha invitato i vertici delle forze dell’ordine “a porre in essere tutte le necessarie sinergie per assicurare la massima efficacia dei dispositivi di prevenzione e controllo al fine di garantire il pacifico svolgimento delle manifestazioni programmate”. E la via per assicurare cortei pacifici, ha indicato nei giorni scorsi lo stesso Alfano, passa dal confronto continuo tra sindacati e forze dell’ordine per le manifestazioni a tematica lavorativa.
Dopodomani al Viminale si aprirà così il tavolo con i leader delle organizzazioni sindacali per affrontare in maniera condivisa la governance delle manifestazioni: si tratta di assicurare un flusso continuo di informazioni tre le due ‘parti’, in modo da evitare malintesi e disorganizzazioni che possano poi tradursi in scontri di piazza. Da parte dei vertici delle forze dell’ordine l’indicazione è comunque di evitare la mano pesante. Tra l’altro, manganellate ‘indiscriminate’ potrebbero favorire ‘alleanze’ tra diversi ambiti di protesta nel nome della “guerra agli sbirri”. Il nuovo regolamento della polizia per i cortei entrerà in vigore solo tra mesi. Ai funzionari che dovranno gestire i prossimi cortei verrà in ogni caso ribadito l’invito ad attuare tutti i tentativi di mediazione possibili, evitare provocazioni e ricorrere ai manganelli solo in casi di necessità.