Ricordo ai cittadini che in fondo si tratta di costruire 6 edifici da adibire ad ambienti giudiziari, nessuna complessità particolare, 6 palazzi e qualche cunicolo sotterraneo, nulla di più! La fine dei lavori – continua Adinolfi – era prevista per il 2007, oggi siamo con 7 anni di ritardo. Ciononostante ci sono state numerose finte inaugurazioni: dalla piazza prospiciente via Dalmazia, al ‘faretto’ della giustizia, agli archivi. Per confondere le idee ai cittadini e dare l’immagine di completamento gli edifici deserti vengono spesso illuminati la sera con sperpero di denaro dei salernitani.
Ma poi, nonostante gli annunci in pompa magna ed i bandi condizionati al finanziamento, nel verbale dell’ultima seduta del CIPE del 10 novembre non è ancora inserito il nuovo finanziamento di ulteriori 26 milioni di Euro per la Cittadella Giudiziaria. Non vorrei che la mancata assegnazione sia il frutto dell’isolamento istituzionale in cui si è ficcato il primo cittadino ed in cui ha fatto piombare la città di Salerno. Se cosi fosse Salerno pagherebbe ancora una volta il prezzo delle irrequietezze politico-caratteriali del primo cittadino, ma il senso delle istituzioni mi impedisce di crederlo”.
Fin qui la protesta: severa, critica, dura e senza sconti! Ma la tutela dell’interesse di Salerno deve prevalere. Ecco perciò le mie proposte: da una parte invito i Deputati ed i Senatori salernitani a farsi promotori dell’istituzione di una commissione d’inchiesta (in Parlamento o in Consiglio Regionale) sulle opere incompiute (non solo salernitane), dall’altra invito i colleghi consiglieri comunali a condividere nella prossima riunione dei capigruppo un documento da approvare all’unanimità in Consiglio Comunale per richiedere lo sblocco dei fondi CIPE. Un documento da far sottoscrivere, poi, a tutti gli Onorevoli salernitani, senza bandiere, per la città di Salerno!”