Prosegue senza soste la lotta contro il Jobs Act, la riforma della Pubblica Amministrazione, la Legge di Stabilità. USB partecipa alla giornata di lotta del 14 Novembre prossimo, secondo quanto deciso dal Coordinamento Nazionale del 27 Settembre attuando scioperi, mobilitazioni, iniziative decise a livello territoriale. Dopo l’ottima riuscita dello sciopero generale da noi indetto lo scorso 24 ottobre, USB continua la mobilitazione contro il JOBS ACT, il blocco dei contratti pubblici, la legge di stabilità 2015 del governo Renzi che opera un nuovo pesante taglio ai finanziamenti agli enti locali, che si tradurranno in un forsennato attacco ai servizi sociali, sanità scuola, asili, alle aziende pubbliche e partecipate, nell’aumento delle tariffe del trasporto pubblico e dei ticket e che determinerà il licenziamento di migliaia di precari dagli uffici pubblici.
In piazza a Salerno ci saranno anche i lavoratori pubblici di Agenzie fiscali, INPS e Sanità per dire no alla chiusura delle sedi di Cava de’ Tirreni e di Agropoli, contro lo smantellamento delle pubbliche amministrazioni, contro l’ennesimo attacco ai Servizi e ai lavoratori delle Società Pubbliche e partecipate.
La Legge di Stabilità, confezionata pochi giorni fa da Renzi e dalla Troika, come era prevedibile contiene pesanti tagli agli enti locali, al servizio sanitario nazionale, alle partecipate e alle camere di commercio, con ricadute molto pesanti sia sui dipendenti in termini di mobilità/licenziamenti che sui cittadini in termini di drastica riduzione/eliminazione di servizi sui territori, in pratica di quel che resta del welfare locale. Una legge che continua nella direzione delle dismissioni, accorpamenti e tagli e segue le indicazioni del Commissario Cottarelli intervenendo sulla disciplina vigente dei servizi pubblici locali. L’attivazione del processo di aggregazione tra imprese potrebbe nel tempo portare a una riduzione del numero di operatori di circa l’80-90%: conseguenze inaccettabili per dipendenti e cittadini per l’abbattimento dei servizi e l’innalzamento delle tariffe.
USB continua a battere il tempo della mobilitazione diffusa sui posti di lavoro e sui territori
L’ISTAT ci informa che in Italia la povertà assoluta è più che raddoppiata nel giro di 7 anni: nel 2007 riguardava il 4,1% delle persone, nel 2013 la percentuale era salita al 10%. In pratica, più di 6 milioni di persone, di cui 1 milione e 434 mila sono minori d’età. La Banca d’Italia ci informa che tra il 2007 e il 2013 il reddito disponibile reale delle famiglie Italiane è diminuito del 13%, tornando al livello del 1998. La ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di pochi, una oligarchia in grado di influenzare le scelte politiche dei governi. Fra il 2008 e il 2014 i fondi per i servizi sociali dei Comuni e degli enti locali hanno subito un taglio del 62%. Essere malato in queste condizioni ti rende ancor meno libero e uguale: la legge di stabilità per il 2015 prevede un taglio di svariati miliardi di euro alle regioni.
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