In piazza a Salerno ci saranno anche i lavoratori pubblici di Agenzie fiscali, INPS e Sanità per dire no alla chiusura delle sedi di Cava de’ Tirreni e di Agropoli, contro lo smantellamento delle pubbliche amministrazioni, contro l’ennesimo attacco ai Servizi e ai lavoratori delle Società Pubbliche e partecipate.
La Legge di Stabilità, confezionata pochi giorni fa da Renzi e dalla Troika, come era prevedibile contiene pesanti tagli agli enti locali, al servizio sanitario nazionale, alle partecipate e alle camere di commercio, con ricadute molto pesanti sia sui dipendenti in termini di mobilità/licenziamenti che sui cittadini in termini di drastica riduzione/eliminazione di servizi sui territori, in pratica di quel che resta del welfare locale. Una legge che continua nella direzione delle dismissioni, accorpamenti e tagli e segue le indicazioni del Commissario Cottarelli intervenendo sulla disciplina vigente dei servizi pubblici locali. L’attivazione del processo di aggregazione tra imprese potrebbe nel tempo portare a una riduzione del numero di operatori di circa l’80-90%: conseguenze inaccettabili per dipendenti e cittadini per l’abbattimento dei servizi e l’innalzamento delle tariffe.
USB continua a battere il tempo della mobilitazione diffusa sui posti di lavoro e sui territori
L’ISTAT ci informa che in Italia la povertà assoluta è più che raddoppiata nel giro di 7 anni: nel 2007 riguardava il 4,1% delle persone, nel 2013 la percentuale era salita al 10%. In pratica, più di 6 milioni di persone, di cui 1 milione e 434 mila sono minori d’età. La Banca d’Italia ci informa che tra il 2007 e il 2013 il reddito disponibile reale delle famiglie Italiane è diminuito del 13%, tornando al livello del 1998. La ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di pochi, una oligarchia in grado di influenzare le scelte politiche dei governi. Fra il 2008 e il 2014 i fondi per i servizi sociali dei Comuni e degli enti locali hanno subito un taglio del 62%. Essere malato in queste condizioni ti rende ancor meno libero e uguale: la legge di stabilità per il 2015 prevede un taglio di svariati miliardi di euro alle regioni.