I forestali del Comando Stazione di Casalvelino ricevuta la segnalazione, giunti alla predetta località, udivano dei fischi, classico richiamo utilizzato dai cacciatori per gestire i cani e dei cani abbaiare.
La pattuglia, proseguendo a piedi lungo una strada in terra battuta, sorprendeva in flagranza di reato due persone che armate di fucile erano intenti ad esercitare una battuta di caccia in un’area inclusa nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni.
Tutto ciò in violazione della Legge Quadro sulle aree protette e delle norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.
Per la caccia nei Parchi Nazionali la legge prevede l’arresto fino a 6 mesi e l’ammenda da 464 a 1549 euro, mentre per l’introduzione di armi non autorizzate, la legge prevede l’arresto fino a 6 mesi e l’ammenda da 103 a 12.911 euro.
Accertato l’abuso, le giubbe Verdi sottoponevano a sequestro penale le armi e le munizioni, deferendo alla competente A.G. di Vallo della Lucania i due bracconieri, rispettivamente di 56 e 37 anni, residenti entrambi a Casalvelino. Prosegue serrata l’attività del Corpo Forestale dello Stato che in questo periodo di emergenza dovuta all’eccessiva presenza dei cinghiali nelle zone antropizzate, mantiene molto alta la soglia di guardia per affermare la legalità sul territorio protetto.
In ogni caso, l’attività è rivolta anche a tutelare la pubblica incolumità e la salute dei consumatori, atteso che le carni non sono sottoposte ad alcun controllo sanitario e pertanto il loro consumo mette a serio rischio la salute della collettività.
Firmato
Coordinatore Territoriale V.Q.A. Fernando SILEO
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