Un neonato su 3.000 nasce con una malattia metabolica ereditaria, eppure solo 3 bambini su 10, nel 2013, hanno avuto accesso allo screening allargato, una sorta di fotografia che consente di individuare e trattare precocemente patologie di questo tipo. E’ quanto emerso oggi in occasione della Tavola Rotonda ‘Screening Metabolico Neonatale Allargato’, organizzata dalla Società Italiana di Pediatria. “Solo cinque Regioni offrono una copertura totale per tutte le malattie individuabili: Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Sardegna e Trentino Alto Adige. Di recente è stata estesa anche in Veneto, mentre in Lazio e Sicilia varia a seconda delle Province”, ha spiegato Costantino Romagnoli, presidente Società Italiana di Neonatologia.
Le altre forniscono solo i tre screening previsti oggi per legge: fibrosi cistica, ipotiroidismo fenilchenichetonuria. Eppure sono moltissime, circa 400, le malattie rare che si manifestano già nei primi anni di vita o a poche ore dalla nascita e che incidono spesso pesantemente sulla qualità della vita. Di queste, circa 60 sono identificabili precocemente attraverso lo screening neonatale allargato. In questo caso, se contrastate con efficacia, possono consentire una vita normale. “Lo screening allargato – ha spiegato Giovanni Corsello, presidente della Società Italiana di Pediatria – è una opportunità che va assicurata a tutti i neonati del nostro paese. Le differenze di offerta da parte delle varie Regioni creano disparità che hanno conseguenze rilevanti non solo sul piano clinico e assistenziale, ma anche sociale ed etico”. “La regionalizzazione del sistema sanitario seguita alla modifica del titolo V ha creato falle che continuiamo a pagare. Dobbiamo chiedere con forza – ha concluso – che alcuni obiettivi primari come la prevenzione siano soggetti alla variabilità delle risorse disponibili”
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