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Caldoro: “Sciogliere le Regioni ed il Pd guarda al passato. Se non sterziamo ora, quando?”

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“Se non diamo una sterzata ora, quando?”. Il presidente della regione Campania, Stefano Caldoro, ritiene maturi i tempi per mettere mano all’attuale assetto istituzionale delle Regioni, anche ”sulla spinta del voto di ieri” caratterizzato da un forte astensionismo. ”Cos’altro serve? di cosa c’è ancora bisogno per dire che è il momento giusto? – dice – Quando ho avanzato la mia proposta in sede governativa, mi sono reso conto che si va in quella direzione, ma mi dicono: ‘Non ora”’. Insomma, Caldoro racconta che ”mi danno ragione, ma che non è il momento”. ”Invece – asserisce – va fatto ora, se ci lasciamo scappare il treno che sta passando, dovremmo aspettare almeno altri dieci anni”.

“Le Regioni devono avere funzioni di pianificazione, legislazione e programmazione, ma nessuna gestione – afferma – L’amministrazione, e la gestione toccano allo Stato o ai Comuni, direttamente o in forma associata”. La posizione della Lega Nord? Caldoro risponde che ”condivide la strada delle macro aree, forse meno quella dei poteri”. ”Loro oggi sono più autonomisti che federalisti – aggiunge – Perché dire no a un sistema che potenzia i Comuni?”.

Diversa la situazione all’interno del Pd che pare ”meno propenso” allo scioglimento delle Regioni, ma ”Renzi è più interessato” e l’auspicio del governatore campano è che affronti la questione in sede di partito, essendone lui anche segretario”. ”Berlusconi è d’accordo con questa mia proposta che ora comincia a fare breccia anche con altri colleghi presidenti di Regione – conclude – Da imprenditore va al nocciolo della questione e lo risolve”.

Ed il Governatore campano Caldoro rilancia la proposta di sciogliere le regioni annunciando: “Alcuni parlamentari presenteranno degli emendamenti che vanno in questa direzione”. “Stamattina, a chiusura dei termini – afferma – alcuni parlamentari lanceranno i segnale con degli emendamenti che apriranno la strada a questo percorso”. “Le Regioni – dice – sono gli unici enti, l’unico comparto dello Stato in pareggio di bilancio”. Nonostante questo, Caldoro ribadisce di essere ”convinto che vadano sciolte” e che ”allo stato attuale sono un cancro per il Paese”. E traccia la strada da seguire, a suo avviso, per arrivare allo scioglimento dell’attuale assetto istituzionale in vista di uno nuovo: ”Dal basso, prevedendo una riaggregazione per un minimo di milioni di abitanti, così da creare delle marco aree”. In questo senso, spiega ”basta aggiungere due righe all’articolo 132 della Costituzione”. L’altra strada è ”dall’alto: con un disegno, più complesso, in base al quale vengono individuate sei marco aree e si costruisce da sopra”. Accanto a una di queste due strade, Caldoro ricorda che occorre ”incidere sul Titolo V della Costituzione” che riguarda le competenze delle Regioni. Al momento molte di tali questioni, come precisa ”sono già all’esame del Parlamento”.

IL PENSIERO DI CALDORO SULLE CITTA’ METROPOLITANE. “Fare le città metropolitane è stato un errore colossale, una follia”. Caldoro affronta il tema delle riforme che servono al Paese sottolineando che, però, il Governo ”è partito dalle città metropolitane”. In questo modo a suo avviso ”non è stato risolto il vero tema del Paese”. Caldoro riconosce che sono importanti gli altri provvedimenti, come per esempio il superamento del Senato, perché ”è utile pensare a un sistema unicamerale”, ma ”se non si affronta il tema delle Regioni, non si risolve la questione del Paese”. ”La vera riforma è quella delle Regioni – conclude – il resto sono riformette”.

Fonte ANSA

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