Chi dovrà pagare il canone? «Chi possiede un contratto di fornitura elettrica», ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico. «La norma prevede la tassa in base al possesso del televisore – ha spiegato Giacomelli – ed è una norma anacronistica. Se (il canone ndr) rimanesse legato a quel concetto dovrei dire ‘il possesso di un apparecchio televisivo, oppure di un pc, oppure di un tablet, oppure di uno smartphone, oppure di ogni altro device atto a ricevere il segnale’. Vuol dire fare una norma con prescrizioni molto ampie e molto dure ma sostanzialmente inapplicabile, in altre parole prendere in giro e continuare a consentire l’evasione. Quindi noi identifichiamo l’elemento unificante, che è l’alimentazione dei diversi device e quindi, il contratto di fornitura elettrica».
Giacomelli ha però escluso il pagamento per le seconde case: «tendenzialmente l’idea è quella di evitare che chi ha la seconda casa paghi di più. Anzi, diciamo che in linea di massima sulla seconda casa è escluso. Qui si tratta di capire – ha precisato Giacomelli – come introdurre qualche punto di equità. C’è chi dice che potremmo incrociare i dati del reddito, e legare il canone all’Irpef, io sono un po’ perplesso su questa possibilità. Legato all’Irpef mi pare molto più complesso e farraginoso».
Fonte Il Sole 24ore.it