Tramonti, paese nell’entroterra della Costiera Amalfitana, è il primo Comune d’Italia ad aver aderito alla petizione per chiedere che l’Arte della Pizza napoletana sia Patrimonio Unesco. Sollecitare il Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ad indicare la candidatura della specialità campana nella lista dei beni immateriali patrimonio dell’umanità: è questo l’impegno assunto ufficialmente dall’Amministrazione di Tramonti con la Delibera di Giunta Comunale n.173 del 6 novembre scorso: «È un’iniziativa che ci rende felici – ha commentato a tal proposito il Sindaco Antonio Giordano – siamo fieri di poter sostenere questo prodotto che da sempre ha colorato le tavole del nostro bel paese».
Richiamandosi alle proprie tradizioni, Tramonti chiama a raccolta intorno alla petizione i cittadini e tutti quei figli che hanno lasciato la terra d’origine per trovare fortuna altrove, portando con sé quell’arte di fare la pizza che li ha sempre contraddistinti: «Negli anni ’50 e ’60 dello scorso secolo da Tramonti partiva una straordinaria migrazione – si legge nella Delibera – dove fornai, contadini e pastori lasciano la casa per far rotta, dapprima, verso il Piemonte, poi in Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, tramandandosi l’un l’altro il mestiere di pizzaiolo. L’apertura di nuove pizzerie si espandeva in tutto il Centro Nord, con i garzoni che in breve tempo diventavano maestri pizzaioli e a loro volta aprivano nuove attività».
Intanto, la campagna lanciata da Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, e già Ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente, ha raggiunto l’eccezionale risultato di 50mila sottoscrizioni. La raccolta firme è partita insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, cui è seguito l’importante sostegno di Coldiretti.
«Il segnale lanciato da Tramonti dà la misura di quanto la petizione sia entrata nei cuori della gente, oltrepassando i confini e parlando al mondo – commenta Pecoraro Scanio – La pizza diventa il medium che tesse e salda legami tra generazioni seguendo il filo di una storia comune. Una storia che racconta come, nel corso degli anni, il paese abbia sempre reso il giusto tributo all’eccellenza gastronomica di casa e all’arte dell’antico mestiere del pizzaiolo. Da qui nasce l’importanza di difendere il made in Italy, oggi così esposto agli attacchi della contraffazione. Spetta a noi italiani tutelare il nostro patrimonio culturale e ancora di più dobbiamo farlo alla vigilia di Expo 2015».
Proprio a Tramonti, all’inizio degli anni Novanta, sono nati la Corporazione dei Pizzaioli e il primo Festival della Pizza, fino a quando l’Amministrazione comunale nel 2010 ha inteso tutelare la specialità della pizza con l’approvazione di apposito regolamento e riconoscimento della denominazione comunale “De. Co.”.
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