“Dallo specchietto la visuale copre soltanto la metà del mezzo ed il fondo e tra l’altro c’erano tanti ragazzi a bordo anche in piedi pronti per scendere. La parte anteriore destra è una zona oscura per noi. Nel fare la manovra purtroppo ho urtato questa ragazza che è caduta e l’ho investita. Non è stata colpa mia – commenta con le lacrime agli occhi l’autista -. Mi dispiace per la famiglia. Anche io ho dei figli e non chiudo occhio da quando è successa questa tragedia. Spero che il Signore mi dia la forza di andare avanti. Chiedo perdono ai genitori e se vogliono possono venire anche ad ammazzarmi, gli porgo io il coltello. Più di questo non posso fare. Sono distrutto”.
Poi la ricostruzione di quei drammatici momenti: “Quando sono sceso dal pullman la ragazza respirava ancora. Si agitava ed all’improvviso ha dato l’ultimo sospiro ed il Signore se l’è chiamata. Hanno chiamato i soccorsi con l’ambulanza che è arrivata subito. Io mi sono allontanato dal luogo recandomi nella biglietteria sotto consiglio di qualche collega. Quando sono arrivati i soccorsi ed ho visto che porgevano il lenzuolo ho capito quello che era successo. Quando sono arrivati i Carabinieri mi sono costituito. Sono 40 anni che faccio questo lavoro, mai una pecca, mai un errore. A giugno sarei andato in pensione. Purtroppo mi è capitata questa disgrazia. Chiedo nuovamente perdono alla famiglia…”