A differenza del racconto moraviano, dove il “lui” in questione era solo una voce, qui l’ organo del sesso maschile si stacca materialmente dal corpo del suo “titolare” e diventa egli stesso uomo, rivendicando una sorta di riconoscimento scenico. Rivendica, cioè, lo status di vero e proprio protagonista della vita e della scena, ritenendo che la vita del grigio e mediocre Rocco Pellecchia mal si adatti alla grandeur del suo sottoutilizzato “tronchetto della felicità”. Sì, Lui ama farsi chiamare proprio così.
Lo spettacolo, in pratica, è un duello tra i due contendenti. Il tronchetto spinge il povero Rocco a rialzare la testa e ad affrontare il futuro con orgoglio e spirito visionario, e il povero Rocco, cerca invece di riconquistarlo e riportarlo materialmente nella sede più consona, cioè in basso al suo ventre.
L’intreccio è ovviamente popolato da numerosi altri personaggi: un ispettore chiamato da Rocco a risolvere il caso, la coppia di impressionanti portieri dello stabile, la moglie appassita e avvilita di Rocco.
“Al di là degli accadimenti – chiarisce Vincenzo Salemme – Sogni e Bisogni è una commedia di fortissimo impatto comico e, al tempo stesso, mi consente di continuare il percorso che ho iniziato ormai già da qualche anno: aprire, in qualche modo, la confezione borghese della commedia classica, per intrattenermi ed intrattenere il rapporto con il pubblico in sala. Avrò modo, cioè, di interloquire con loro per rispondere alle domande più frequenti che ci facciamo sulla profondità della natura umana, soprattutto nei suoi aspetti apparentemente più semplici”.
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