L’ultimo insulto alla donna dopo una bestiale violenza. Nella tarda mattinata, il profilo Facebook di Pagnani sul quale continuavano ad arrivare i “like” è stato chiuso. Intanto i Carabinieri sono certi che il profilo Fb sia dell’uomo ma ancora non hanno la conferma che a scrivere quella frase sia stato lui. Sul social, il trentaduenne raccontava spesso del suo amore per la figlia, della sua voglia di ricominciare, voltando pagina e dimenticando la sofferenza, del suo desiderio di offrire alla piccola un futuro migliore.
Domani l’interrogatorio di Cosimo Pagnani. Sarà interrogato nella giornata di martedì Cosimo Pagnani al momento trasferito nel carcere di Fuori, a Salerno. L’uomo, accusato di aver ucciso la moglie, comparirà davanti al Gip per vedere se dirà qualcosa su quanto accaduto.
Frase scritta subito dopo o appena prima del delitto? Confessione compiaciuta di un crimine o minaccia verso la donna? Questi i quesiti che devono risolvere i carabinieri con la procura che presumibilmente nominerà un perito per accertarlo. Se venisse accertato che il post pubblicato su Facebook fosse stato scritto prima di compiere il delitto scatterebbe per Pagnani l’aggravante della premeditazione. Certa è invece l’indignazione del web, con la creazione di una contro-pagina (“Le merde che hanno messo like al post di Cosimo Pagnani”) che al momento conta oltre 1300 ‘mi piace’. Di sicuro la piccola figlia della coppia si trovava nella casa del nonno materno e non ha assistito all’omicidio della madre. Il padre – secondo quanto riporta l’agenzia ANSA – da quando è stato portato in carcere, non ha mai chiesto neanche di lei.