“Sono ormai tanti i Comuni che hanno attivato la clausola sociale, da Torino a Rimini, e dalle nostre parti Cava dei Tirreni, Capaccio, Baronissi, Bellizzi e altri centri della nostra provincia ma non Salerno” – ha dichiarato Cammarota-, un meccanismo semplice, “con una delibera che istituisce un bando pubblico e quindi graduatorie di inoccupati e disagiati, preferibilmente giovani, della nostra terra, a cui i vincitori di tutti gli appalti pubblici di opere e servizi devono in percentuali prestabilite attingere per la forza lavoro da assumere nell’esecuzione dell’opera che si aggiudicano”.
“Una esigenza fondamentale” –continua Cammarota-, che incrocia i destini della nostra terra e della nostra gente, che vive un momento di crisi economica, sociale e valoriale mai così in precedenza e che impone alla finalità di natura economica dell’appalto anche il perseguimento dell’interesse pubblico e quindi occupazione per i nostri giovani, ancor più a Salerno ove si è scelto di scommettere il destino della città sulle opere pubbliche, opzione miope ma che consente almeno ampia applicazione della clausola sociale”.
“Nonostante l’invito in consiglio comunale nulla è stato fatto”, conclude Cammarota, “ed anzi prima ancora fu clamorosamente bocciata la proposta, che si ispirava alla clausola sociale, di un sorteggio tra i giovani inoccupati per la nomina per gli scrutatori alle ultime elezioni europee”, come pure nell’ultimo consiglio comunale del 24 novembre, nel corso della discussione sull’affidamento a Salerno Energia di ulteriori servizi e quindi di lavoro, “ho denunciato il tentativo di una sorta di clausola sociale privata anzicchè pubblica, vecchio vizio di un certo potere, maledizione antica della nostra terra dove si impone da sempre il criterio delle clientele e del privilegi, e si uccide il merito e la libertà”.
La Nostra Libertà
Il Presidente
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