Garantire agli avvocati un ‘giusto compenso’ e fissare nuove regole per “il recupero della dignità della professione forense e per far ripartire l’Italia”: è questo lo scopo di una proposta legislativa che sarà presentata a Roma il prossimo 10 dicembre, durante una Conferenza alla quale sono stati invitati parlamentari e membri del governo. L’iniziativa, promossa dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, di concerto con il Coordinamento Nazionale degli Ordini e delle Unioni Forensi e con la Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense, “è volta a far comprendere al mondo politico come i professionisti italiani, e in particolare i 250.000 Avvocati, siano una reale risorsa per il Paese – spiega Mauro Vaglio, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma – e che, grazie ai loro investimenti e all’aumento dei loro consumi, l’economia italiana potrebbe trovare quella marcia in più necessaria per uscire dalla crisi”.
Una apposita proposta di legge prevede, in aggiunta all’ art. 2233 c.c., il seguente comma: “E’ nullo qualsiasi patto nel quale il compenso sia manifestamente sproporzionato all’opera prestata ai sensi del comma II. Si presume manifestamente sproporzionata la pattuizione di un compenso inferiore rispetto ai parametri ministeriali applicabili alle professioni regolamentate nel sistema ordinistico o ai sensi dell’art. 13 comma VI della legge 247/2012 per la determinazione del compenso del professionista nel caso di liquidazione da parte di un organo giurisdizionale. E’ altresì nulla qualsiasi pattuizione che vieti al professionista di pretendere acconti nel corso della prestazione o che gli imponga l’anticipazione di spese per conto del cliente. La nullità non opera nei rapporti professionali disciplinati dal codice del consumo”.
Fonte ANSA
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