Al centro dell’esilarante testo, le vicende del marchese Eduardo Parascandolo che, dopo aver dilapidato tutti i suoi averi per non essersi interessato delle proprie finanze, trascorre il tempo professando ad alcuni giovani squattrinati la sua filosofia di vita, secondo la quale il denaro è inutile, anzi, è una sorta di malattia che affligge l’umanità. Il suo discepolo più fidato è Vincenzino, povero tornitore che vive assieme alla zia Carmela. Il giovane, che ha lasciato il lavoro per seguire “la filosofia”, è innamorato di Rachelina, sorella di Ferdinando De Rosa, proprietario di un pastificio, che è contrario al fidanzamento. Il marchese, chiamato da tutti “’O Prufessore”, organizza una messinscena grazie alla quale fa credere a tutti che Vincenzino abbia ereditato una cospicua somma di denaro. Così facendo il Professore riesce a far fidanzare il suo discepolo prediletto ma soprattutto dimostra che i quattrini non servono a nulla, e che basta la fama della ricchezza per procurarsi crediti da tutti. I tre atti sono un susseguirsi di comiche situazioni piene di spunti di riflessione che rendono la commedia con i suoi espedienti, inossidabile all’attacco del tempo. Dopo la prima, in calendario come detto a Santo Stefano, repliche il 28 dicembre (ore 18.30) il 1°gennaio (ore 20.30), il 4, 5 e 6 gennaio (ore 18.30).
Ravello: la “Ribalta” porta in scena “A Che Servono Questi Quattrini?” ricordando Franco Lucibello
Il gruppo teatrale di Ravello “La Ribalta”, ritorna sul palco del Teatro di Villa Rufolo portando in scena un testo che, nonostante i suoi settant’anni, non ha perso un briciolo della sua attualità. Scritto da Armando Curcio e andato in scena per la prima volta nel 1940 “A che servono questi quattrini?”, fu una delle commedie che resero celebri i grandi Eduardo e Peppino De Filippo. Il testo che debutterà, come da tradizione il 26 dicembre (ore 18.30), è stato scelto dal gruppo de “La Ribalta”, oltre che per la sua bellezza, per tributare un sentito omaggio all’indimenticato Franco Lucibello. “Franco, per tutti noi è stato una guida, un esempio e nel ventennale della sua scomparsa – dice il presidente del gruppo, Gianluca Mansi – abbiamo deciso di ricordarlo dedicando a lui tutte le nostre attività e mettendo in scena l’ultima commedia da lui interpretata. Ecco il perché di questo commedia nella versione usata nel 1994 rielaborata da Alfonso Mansi ed Enzo del Pizzo”.
Commenta