operaie. E’ finita in queste ore la latitanza di Biagio Maceri originario del Cosentino ed arrestato dai Carabinieri , è stata confermata in Cassazione.
Maceri aveva fatto perdere le sue tracce dopo la sentenza dell’ultimo grado di giudizio arrivato nel Marzo scorso e che aveva confermato la pena precedente. Alle prime luci dell’alba, a Tortora (CS), in contrada Carro, una zona montuosa ed impervia dell’entroterra della provincia di Cosenza, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Salerno e il personale della Compagnia di Sala Consilina – a conclusione di un’articolata e complessa attività d’indagine che per mesi ha portato i Carabinieri a passare a setaccio tutto il Vallo di Diano, buona parte del Cilento e le montagne che dalla Campania conducono nella provincia di Cosenza – hanno scovato Biagio MACERI, nascosto nell’annesso rustico di un casolare riconducibile ad un familiare.
Dopo mesi di appostamenti e rastrellamenti, i Carabinieri hanno localizzato l’area in cui MACERI avrebbe potuto godere di appoggio e di protezione, adiacente alla propria zona di origine. Una volta individuato il casolare, il blitz, che ha portato alla cattura del latitante. Alla vista dei militari, MACERI non ha opposto resistenza.
Dagli accertamenti svolti è emerso che Biagio MACERI, durante il periodo di latitanza, non ha mai avuto un nascondiglio fisso, preferendo spostarsi di continuo, anche più volte nella stessa giornata e per lo più a piedi, percorrendo strade di campagna e sentieri boschivi, per ridurre al minimo il rischio di essere sorpreso, sfruttando ricoveri di fortuna per passare le notti all’addiaccio.
Tragica la vicenda che si verificò a Montesano, dove il 5 Luglio 2006 nel rogo del materassificio persero la vita Giovanna Curcio, di soli 15 anni, e Annamaria Mercadentedi 49, due operaie che in quel momento erano impegnate al lavoro.
La morte delle due lavoratrici creò grande clamore non solo a livello locale ma anche nazionale. Alle due sfortunate operaie è dedicato anche un premio annuale che viene consegnato a Pertosa.
Dopo mesi di appostamenti e rastrellamenti, i Carabinieri hanno localizzato l’area in cui MACERI avrebbe potuto godere di appoggio e di protezione, adiacente alla propria zona di origine. Una volta individuato il casolare, il blitz, che ha portato alla cattura del latitante.