”E’ utile e opportuno il richiamo a una spesa di qualità, alla trasparenza dei procedimenti – afferma – è necessario intervenire con una logica di macro area per sostenere processi di crescita, serve invece a poco e crea confusione il dibattito sulle risorse da ridurre, su quelle da destinare ad altre aree in virtù di imprecisati e poco concreti sistemi di premialita. Serve a poco e spesso crea danni la rigidità, degli uffici e di alcuni burocrati su alcuni aspetti”. ”Abbiamo, come Campania, le carte in regola – ricorda Caldoro– E siamo pronti a tutte le sfide sulla spesa di qualità e sulla capacità di accelerare gli interventi”.
”In questi giorni sarò a Bruxelles per fare il punto sui diversi piani, come sempre con uno spirito costruttivo e collaborativo – fa sapere il presidente della Giunta regionale campana – Porrò ancora una volta il tema delle addizionali Irap alle nostre imprese, un tema che deve interessare i vertici dell’Unione e il Governo italiano”. ”Non rinuncio alla battaglia affinché si intervenga con i fondi strutturali per ridurre questa imposta aggiuntiva – assicura – Mi stupisco dell’atteggiamento di Bruxelles e di Roma. Non mi spiego perché non si sia ancora avviata una procedura di infrazione contro l’Italia”.
Una situazione che, per Caldoro, ”non è più sostenibile”. ”Non è giusto che una impresa campana debba pagare più tasse rispetto una impresa che si trova in altre aree del Paese – prosegue – o addirittura in una regione confinante, per pagare il debito sanitario formatosi nei decenni passati”. ”Non ho chiesto un intervento per un Irap di vantaggio, che pure sarebbe auspicabile per ridurre il divario nel Paese, ma una misura compensativa utilizzando i fondi europei – spiega – Allineiamo il prelievo per tutte le imprese”. ”Oggi abbiamo azzerato il deficit, abbiamo dimostrato di puntare con determinazione al risanamento dei conti.
E adesso bisogna alleggerire il peso sulle nostre imprese – continua – Questa addizionale pesa in Campania circa 200 milioni all’anno”. ”Dal 2010 avremmo potuto utilizzare circa un miliardo sulla spesa dei fondi europei, risorse che avrebbero contribuito alla crescita e alla competitività – dice ancora – Insisto perché nella programmazione 14-20 sia riconosciuta alla Campania e al Sud questa possibilità. Conto di ricevere il sostegno delle forze politiche e sociali”. ”Non è una misura discrezionale perché favorirebbe tutti – conclude – E’una misura di giustizia e di equità non più rinviabile e stupisce davvero l’inerzia e il silenzio di troppi”.
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