emesso dal Gip presso il Tribunale di Salerno su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti del clan Fezza-Petrosino D’Auria. Ai vertici del clan e ad altri è contestata l’associazione di tipo mafioso finalizzata allo scambio politico-mafioso, alle estorsioni e all’illecita concorrenza, reati tutti aggravati dal metodo mafioso. L’indagine, condotta dalla Sezione Operativa della Dia di Salerno con il Nucleo Investigativo Carabinieri di Salerno e il Reparto Territoriale Carabinieri di Nocera Inferiore (Salerno), ha consentito di colpire gli affari economici illeciti del clan, che imponeva il proprio controllo su diverse attività produttive e di erogazione di pubblico servizio nell’agro paganese. Il nuovo blitz messo a segno dai carabinieri ha portato agli arresti dei fratelli D’Auria, Antonio e Michele, ritenuti il legame dei clan con la politica. Obbligo di firma, invece, per l’ex vicesindaco di Pagani (nella giunta Gambino) e già consigliere provinciale, Massimo D’Onofrio. Diverse le perquisizioni dei carabinieri, una anche nell’abitazione del consigliere regionale Gambino. In totale sono indagate 53 persone, sequestrate società e conti correnti per tre milioni
Secondo gli inquirenti il clan “Fezza-D’Auria Petrosino” – con i fratelli D’Auria Petrosino Antonio e Michele, e con la complicità di imprenditori già operanti nel settore e destinatari del provvedimento cautelare – è riuscito a imporre la propria egemonia nel settore dei trasporti su strada e nella trasformazione e vendita di prodotti ortofrutticoli eliminando qualsiasi forma di concorrenza mediante intimidazioni e gravi minacce e ottenendo, così, un vero e proprio monopolio. Sono stati rilevati rapporti tra i presunti affiliati al clan e imprese di trasporto legate al clan dei Casalesi operanti nel mercati ortofrutticolo di Fondi (Latina). Le vittime, intimorite, non denunciavano per paura di ulteriori ritorsioni. Emersi anche legami con esponenti della politica locale; l’assunzione di familiari affiliati detenuti all’interno delle società controllate nonché presso il Consorzio di Bacino Salerno 1 grazie alla presenza, in qualità di dirigente, di Michele Petrosino D’Auria.
E’ stato appurato che quest’ultimo è riuscito addirittura ad ottenere la sostituzione di alcuni dipendenti a lui non graditi e che due dipendenti del Consorzio per non aver aderito alle sue direttive furono picchiati selvaggiamente. Nel corso delle indagini è emerso anche l’affidamento del cottimo fiduciario per la gestione dei parcheggi a pagamento di Pagani a società controllate dal clan: è stato evidenziato che il servizio era appaltato alla società “Agency Service”, poi acquisita dalla “New Service Società Cooperativa Sociale” il cui amministratore unico risulta essere Maria Califano, moglie di Michele Petrosino D’Auria. Affiliati del clan esercitavano anche pressione su alcuni membri dell’associazione “QuiPaganiLibera” che con la loro opera mettevano in risalto i legami tra il sodalizio camorristico e l’amministrazione comunale di Pagani all’epoca guidata dal sindaco Alberico Gambino.
Grandi elettori nelle patrie galere…………..
Sicuramente gli inquirenti si sono confusi, perché a Pagani non c’è né delinquenza, né criminalità; è soltanto un luogo comune.
Basta vedere tutti i commenti positivi che ci sono su questo blog !!!
Ora chissà Il carabiniere cosa ne pensa. Sicuramente avranno preso una svista.
Ma i Carabinieri, quelli veri, e i Magistrati difficilmente prendono sviste.
Chi vivrà, vedrà! Mettetevi in pensione e godetevela, basta fare i politici sulla pelle dei cittadini. Basta malaffare, in galera tutti e ai lavori forzati.
X la redazione:basta malaffare e buon Natale.