All’arrivo della squadra, alcuni cacciatori hanno tentato la fuga, ma sono stati raggiunti dalle guardie. “Purtroppo al nostro arrivo il cinghiale era stato già abbattuto, ma almeno siamo riusciti a colpirli duramente” – queste le parole dell’agente Caiazza – “il bracconaggio è una dura realtà ed è anche duro a morire.” Alla caccia di frodo va ad aggiungersi l’uso di munizionamento non consentito e l’alterazione di alcune delle armi possedute dai soggetti. Al controllo, infatti, due fucili sono risultati modificati in quanto erano stati rimossi i riduttori, consentendo al serbatoio di incamerare più cartucce delle due permesse. Solo un soggetto risulta non appartenere al gruppo dei cinghialisti. Quest’ultimo aveva parcheggiato e stava cacciando in zona Parco del Cilento con l’ausilio di due richiami acustici elettromagnetici, vietati dalla legge.
Sul posto è intervenuta l’ASL competente per gli accertamenti e le analisi da effettuare sul cinghiale. La fase finale dell’operazione si è svolta negli uffici del Corpo Forestale di Vallo della Lucania, dove i soggetti sono stati verbalizzati per esercizio di caccia in area protetta, caccia al cinghiale fuori periodo e uso di munizionamento ed armi non consentiti. Venivano così sequestrati sette (7) fucili, circa trecentocinquanta (350) cartucce tra cui munizioni a palla singola, pallettoni e pallini, radio, due richiami elettromagnetici ed il cinghiale abbattuto. L’ENPA di Salerno ringrazia il Corpo Forestale dello Stato e il personale medico dell’ASL per il loro rapido intervento e il comandante dei carabieri di Vallo della Lucania, sempre solerti e precisi, e sottolinea che la caccia al cinghiale quest’anno è chiusa e i controlli su questo tipo di caccia saranno, da oggi, sempre più frequenti.
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