Ginestra, Mounard e Castiglia: tre casi da risolvere

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salernitana_cosenza_2014_35Come fanno tutti i professionisti, si alzano la mattina, preparano la borsa, vanno al campo e si allenano. Con una piccola differenza. Si cambiano in uno spogliatoio a parte (al Volpe ad esempio utilizzano la stecca nuova, quella dietro la porta) e poi, mentre i compagni di squadra entrano in campo, loro si spostano in palestra. I compagni si allenano per un obiettivo: dimostrare a Menichini di poter meritare una maglia da titolari la domenica.

Loro no, lavorano e basta, solo per tenersi in forma. E la Salernitana, da regolamento, per non incorrere in querelle giudiziarie, deve metterli nelle condizioni di allenarsi adeguatamente e in sicurezza. Guai a definirli fuori rosa, però, perché la società non ha mai utilizzato una definizione del genere. Ma è chiaro che Castiglia, Ginestra e Mounard (in ordine rigorosamente alfabetico) vivono in una condizione poco piacevole: quella dei separati in casa. Sono sotto contratto (Castiglia addirittura fino al 2016, gli altri due fino a giugno), hanno ricevuto determinate promesse dalla società di Lotito e Mezzaroma.

Eppure si ritrovano ai margini. Castiglia in estate aveva sposato il progetto, non lo aveva chiesto Somma ma si è trovato comunque in organico e coi galloni da titolare. E’ durata poco. E quando è scivolato tra le riserve ha perso la tranquillità e sono cominciati i problemi con Menichini ed il suo staff. Al suo procuratore, Barattin, Fabiani ha prospettato tre ipotesi: rescissione (ma non s’è trovato l’accordo economico); prestito di sei mesi (si cerca una squadra adeguata); permanenza a Salerno senza prospettive (e questa è quella che meno alletta calciatore e agente).

La situazione di Ginestra e Mounard è diversa: i due negli scorsi anni hanno dato tanto alla società di Lotito e Mezzaroma, hanno scritto pagine importanti della storia recente del club. L’infortunio al ginocchio ha reso Ginestra meno competitivo di quanto fosse, ma non siamo di fronte ad un brocco. Mounard, che a Salerno si sente a casa, ha rinunciato a dei soldi per venire incontro alle esigenze del club e prolungare la sua permanenza in granata.

Ma dalla scorsa estate vivono in un incubo, come sottolineato dall’agente Zavaglia: sono vincolati da un contratto, vorrebbero dare il loro contributo, ma non gliene viene data la possibilità (anche se quando ce n’è stato bisogno, tra squalifiche ed infortuni, sono stati chiamati in causa da Menichini, col contagocce). Ora non più. Separati in casa. Come Castiglia. Con l’evidente necessità di trovarsi una nuova sistemazione. Non vogliono creare problemi, ma chiedono rispetto. Per tutti e tre a breve potrebbero scorrere i titoli di coda dell’avventura in granata.  

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