“Si sta elaborando – sostiene De Luca – in queste settimane un piano ospedaliero che non e’ a conoscenza di nessuno. Capisco che non si possa garantire un ospedale sotto casa a tutti ma almeno si dovrebbe garantire il diritto alla salute a tutti. Inoltre, si deve sradicare questa condizione assurda con la quale la Campania finanzia le altre regioni per la migrazione sanitaria passiva.
Paghiamo ogni anno più di trecento milioni di euro a Lombardia, Emilia, Toscana, Liguria per cittadini campani che vanno a curarsi in queste realtà quando sono convinto che anche da noi ci sono professionalità eccellenti. Non vi è programmazione sanitaria, ma solo l’idea di un settore gestito, se non vogliamo dire come uno dei principali comparti di clientela politico-elettorale, almeno di uso improprio delle istituzioni pubbliche”.
Secondo Vincenzo Viggiani, direttore generale dell’azienda ospedaliera e universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona “le preoccupazioni trovano assoluta legittimazione non tanto nel documento che ancora non ha visto la luce, quanto nella condizione generale di crisi nella quale versa la nostra realtà regionale, a causa di decenni e decenni di problemi che si sono accumulati. Continuo a ritenere – rimarca il manager – che 2015 sia l’anno di svolta, anche se certo non si potranno risolvere contemporaneamente tutte le criticità registrate da decenni. Una serie di punti qualificanti mi sembra siano stati conseguiti.
La legge di bilancio e’ sicuramente una condizione importante e soprattutto accanto al pareggio di bilancio mi sembra che nota di speranza venga dalla attivazione della prima trance relativa alla terza triennalita’ dell’articolo 20. Se effettivamente i conti in regola consentiranno di far arrivare in Campania questa prima tranche di 350 milioni, a cui dovrebbero seguirne altri 900 milioni come seconda tranche della terza triennalita’ dell’articolo 20, credo che una boccata di ossigeno consistente potrebbe arrivare nella nostra regione”. Sull’ospedale Da Procida, invece, Viggiani dice: “non mi sembra che ci siano elementi in più rispetto al passato che possano giustificare queste preoccupazioni. Per quanto riguarda l’azienda ospedaliera – aggiunge – sono fermo all’atto aziendale che ho approvato ad agosto in coincidenza con l’attuazione Stato-Regioni. L’atto aziendale contiene la presenza di tutti e cinque gli stabilimenti che sono stati annessi all’azienda ospedaliera. Questa è la base di partenza; se poi la revisione del decreto 49 modificherà questo assetto, ne prenderemo atto e ne discuteremo”.
Fonte ANSA