L’on. Mara Carfagna, portavoce del Gruppo alla Camera e coordinatrice provinciale di Forza Italia, in un’interrogazione depositata ieri al Ministro della Salute ha chiesto la riapertura dell’ospedale di Agropoli chiedendo, inoltre, di sapere quanto corrispondano al vero la notizie sul rischio di chiusura del presidio ospedaliero della Costa d’Amalfi. «Riaprire l’ospedale di Agropoli e garantire alla Costiera Amalfitana il diritto alla salute con la salvaguardia di un presidio ospedaliero – ha scritto l’on.Carfagna – non solo rappresentano prerogativa inderogabile a tutela della salute dei cittadini, ma garanzia di un livello economico ed occupazionale non sottovalutabile in aree di interesse turistico internazionale».
Nell’interrogazione l’On.Carfagna ricorda che “la Regione Campania ha ottenuto un progressivo rientro dal deficit sanitario, azzerato totalmente nel 2013, grazie ad un’attenta gestione della spesa anche negli altri settori, pressoché dimezzata, e ha mantenuto ferma la sola aliquota Irpef dello 0,50%, senza avvalersi della possibilità di incrementarla per compensare i tagli dei trasferimenti statali. L’oculata gestione delle spese regionali avrebbe permesso di eliminare, nonostante i consistenti tagli dei trasferimenti statali, anche tale addizionale se il suo gettito non fosse necessario al bilancio regionale per il pagamento delle rate della cartolarizzazione e del prestito ministeriale per i debiti sanitari cumulatisi fino al 2007 e per il pagamento dei debiti anteriori al 2010 nel settore dei trasporti, dalla precedente gestione della giunta “Bassolino”.
“Con la pianificazione attuativa dell’Asl di Salerno – continua Carfagna nell’interrogazione al ministro Lorenzin – l’ospedale di Agropoli avrebbe dovuto confluire, al pari dei presidi di Oliveto Citra, Roccadaspide, Eboli e Battipaglia, nell’ospedale unico della Valle del Sele, modificando, in tal modo, la precedente destinazione della struttura sanitaria di Agropoli. l’Ospedale Civile di Agropoli ha iniziato la propria attività nell’anno 2004. Pertanto, una struttura ospedaliera di nuova realizzazione in possesso dei requisiti minimi generali e specifici per l’esercizio delle attività sanitarie e ha rappresentato, per l’ambito territoriale di competenza, un riferimento assistenziale per una popolazione complessiva di circa 80 mila abitanti distribuiti su un bacino territoriale comprendente 19 comuni.
In tale ambito ha rappresentato l’unico presidio ospedaliero in grado di garantire prestazioni in emergenza-urgenza lungo una fascia costiera di circa 150 km. Con la disattivazione del presidio ospedaliero di Agropoli deputato al trattamento, per il tramite del Pronto Soccorso, delle situazioni cliniche in emergenza-urgenza, si sono dilatati i tempi di percorrenza intercorrenti dai comuni ricompresi nel citato ambito territoriale di riferimento agli altri ospedali dotati di pronto soccorso. Ad oggi il presidio ospedaliero è stato trasformato in Psaut, ossia ‘Presidio sanitario assistenza e urgenza territoriale’.
Si tratta di una struttura che può curare solo patologie non gravi e dunque assolutamente insufficiente per le esigenze del territorio. Attualmente si rileva da un canto che non vi è alcun documento programmatico regionale relativo alla realizzazione nuovo Ospedale del Sele, dall’altro si evidenzia che il nuovo regolamento approvato in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, stabilisce che la Funzione di Pronto Soccorso è prevista per un bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti con la possibilità di mantenere in attività ospedali di piccoli dimensioni, con la funzione di pronto soccorso, in zone disagiate.