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Persi sei punti in un mese ma il tecnico non ha colpe

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Tremano i polsi, dopo lo sperpero di 6 punti in un mese: da più 4 a meno due in quattro partite tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015. Tremano i polsi ai tifosi, ma quel che è peggio anche alla squadra che deve assolutamente ritrovare tranquillità e consapevolezza nei propri mezzi che erano e restano da fuoriserie. Il fatto è che per questa piazza e per l’attuale dirigenza la serie B è molto più che un traguardo. E’ un dovere. Se da un lato a Menichini sono stati dati giocatori importanti dall’altro non si è tenuto conto delle assenze per squalifiche ed infortuni, più o meno gravi e di lungo corso.

La linea d’attacco, ad esempio, ad eccezione di Calil è stata colpita totalmente. Gabionetta, Nalini, Negro, Mendicino. Tutti hanno avuto problemi seri che li hanno tenuti a lungo lontano dal rettangolo verde con relativi problemi di forma fisica da recuperare dopo i vari stop. La mancanza di alternative ha fatto il resto ed ecco spiegata una delle ragioni della mini crisi granata che qualcuno, a torto, vuole addossare solo ed esclusivamente sulle spalle di Menichini. Lotito e Mezzaroma per l’oculatezza e l’affidabilità mostrata, meritano certamente fiducia ma anche loro sanno bene che gli sforzi fatti finora devono necessariamente diventare frutti da cogliere a maggio.

Altrove, vedi Benevento, stanno investendo e tanto. Stessa cosa stanno fanedo Lecce e Juve Stabia per provarle tutte all’alba di questo girone di ritorno. La Salernitana è attesa da cinque partite non impossibili: Martina Franca, Aversa Normanna, doppia casalinga contro Vigor Lamezia prima ed Ischia poi e trasferta a Melfi. Cinque partite che all’andata fruttarono 13 punti. Un obiettivo possibile se si pensa al campo, ed al campionmato. Una missione impossibile se si cambia per il gusto di cambiare allenatore senza rendersi conto che i problemi e le soluzioni vanno ricercate altrove

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